È svolta per la Pasta di Gragnano IGP. Nei giorni scorsi è stato chiuso l’accordo che ha portato all’interno del Consorzio di tutela della IGP i due pastifici Garofalo e Liguori, i due “grandi” finora rimasti fuori dell’organismo consortile. La loro esclusione facendo venir meno il requisito della rappresentatività (almeno il 66% della produzione) aveva finora limitato il Consorzio ai soli compiti di valorizzazione impedendogli di svolgere anche il decisivo ruolo di tutela. «Siamo appena stati dal notaio — spiega il direttore del Consorzio della Pasta di Gragnano IGP, Maurizio Cortese — per far decadere il vecchio Cda ed eleggere il nuovo. Adesso i prossimi step saranno l’assemblea convocata già per la prossima settimana e poi a breve ci recheremo al ministero per notificare le nuove condizioni che si sono venute a creare e richiedere la modifica del disciplinare necessaria per allargare la sfera di competenze del consorzio di tutela.
Una volta ottenuto anche il placet degli uffici ministeriali avvieremo il confronto sulle nuove iniziative da avviare sulla scorta del nuovo ruolo consortile». Il nuovo Cda del Consorzio sarà composto da Aurora Casillo (in rappresentanza del pastificio Liguori), Massimo Menna (Garofalo), Giuseppe Di Martino (Pastificio Di Martino e presidente del Consorzio), Francesca Scarfato (del Mulino di Gragnano ma che in Cda rappresenterà i pastifici artigianali) artigiani oltre al direttore Maurizio Cortese. Il passo messo a segno non è marginale ma rappresenta una vera e propria svolta per l’organismo di tutela che a causa del deficit di rappresentanza finora aveva operato con le armi spuntate. Adesso invece si pongono le basi per una stagione nuova per un prodotto che vanta numeri importanti sia sotto il profilo del giro d’affari complessivo, sia per la propensione all’export delle imprese sia anche per la concentrazione del prodotto in un ristretto numero di attori che può garantire la possibilità di mettere in piedi azioni efficaci sui mercati.
Non a caso qualche tempo fa un esperto dell’universo dei prodotti DOP e IGP come il direttore generale della Fondazione Qualivita, Mauro Rosati, aveva paragonato per potenzialità di crescita e per conflittualità interne al Consorzio, la Pasta di Gragnano all’Aceto Balsamico di Modena IGP. “Se come nel caso dell’Aceto — disse Rosati — anche la Pasta di Gragnano riuscisse a trovare l’accordo tra tutti i produttori e rilanciare l’azione del consorzio le potenzialità di crescita sono enormi”. Di fatto la Pasta di Gragnano Igp con i due nuovi ingressi nell’organismo di tutela può contare su un giro d’affari di oltre 300 milioni di euro, realizzato per oltre il 70% all’estero e una produzione di 10mila quintali al giorno che equivalgono a circa 10 milioni di piatti di pasta al giorno.
«L’ingresso dei due big finora rimasti ai margini del Consorzio — aggiunge il direttore Cortese — oltre a garantirci il superamento della soglia del 66% della rappresentatività dalla quale scattano nuove competenze, ma ci garantirà anche un budget più sostanzioso che ci consentirà di operare oltre che sul fronte della tutela di organizzare eventi di maggiore spessore rispetto a quelli effettuati finora comprese le iniziative all’estero». «Con questo accordo e con le nuove adesioni che ne derivano – ha aggiunto il presidente del Consorzio della Pasta di Gtagnano Igp, Giuseppe Di Martino – raggiungiamo oltre il 96% della produzione gragnanese. Siamo inoltre convinti che unendo le forze sia finanziarie che umane e discutendo in maniera più collegiale riusciremo a fare fronte comune sui mercati esteri sul fronte della comunicazione e della tutela . Unendo le differenze, anche le disomogeneità che caratterizzano i nostri brand siamo convinti che sarà possibile far compiere un salto di qualità a tutta la filiera della Pasta di Gragnano IGP».
Fonte: Sole 24 Ore – Agrisole