«Ogni economia ha sempre da guadagnare dai mercati aperti. Questo vale particolarmente per il nostro Paese». Non usa mezzi termini il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per prendere di mira la “stagione” dei dazi in crescita e gli effetti che le chiusure commerciali possono avere su un Paese esportatore come l’Italia. L’occasione è stato l’undicesimo Forum internazionale della cultura del vino che si è tenuto ieri a Roma, presso l’Università LUISS. «Questo settore – ha concluso Mattarella – dimostra come i nostri produttori abbiano la capacità di superare la competizione, di vincerla e di prevalere».
Lo confermano i numeri dell’ultima indagine condotta da Nomisma Wine Monitor e Vinitaly: 13 miliardi di produzione, quasi 6 di export (pari a +6,2% nel 2017).
«L’Italia – ha sottolineato la presidente della Luiss Emma Marcegaglia – è il primo produttore al mondo di vino e ha il primato mondiale per numero di varietà di uve che sanno poi stare sul mercato: il 70% del vino italiano è frutto di uve autoctone, non di quelle internazionali. Il comparto vinicolo inoltre modella il paesaggio italiano, è quindi anche un settore che crea bellezza».
«In oltre 3o anni di attività – ha spiegato Franco Maria Ricci, presidente della Fondazione Italiana Sommelier (Fis) – abbiamo lavorato perché l’Italia si emancipasse alla conoscenza di questo prodotto. L’insieme dei vitigni del mondo,infatti, rappresenta solo una piccola parte rispetto alle varietà di uve presenti dal Piemonte alla Sicilia».
Fonte: Il Sole 24 Ore