Prezzi record per l’uva sull’Etna. Nerello Mascalese ad un euro, anche un euro e 20 centesimi al chilo e il Carricante è quasi introvabile. Chi ce l’ha se lo tiene stretto.
Nella zona di Milo il prezzo supera i due euro al chilo. Quotazioni mai viste sul vulcano. Almeno negli ultimi decenni. E la crescita record è il segno che qualcosa
è cambiata e sta continuando a cambiare. È tempo di compravendite di uva un po’ dappertutto.
Nonostante il fatto che per l’Etna la vendemmia sia ancora un po’ lontana le trattative sono già partite: si fatica a trovare uva a bacca bianca. Naturale che i prezzi salgano così vertiginosamente. Facendo un rapido calcolo rispetto all’anno scorso un chilo di nerello mascalese vale più o meno allo stesso modo, circa un euro, anche un euro e 20 centesimi quella del versante nord contro gli 0,90 al chilo del 2017. Più significativo il rialzo del Carricante che quest’anno va sui due euro, due euro e mezzo al chilo quando l’anno scorso è stata quotata attorno all’euro e cinquanta centesimi al chilo.
“C’è una ragione – prova a spiegare Antonio Benanti, fresco di nomina alla presidenza del Consorzio di Tutela dei Vini dell’Etna DOP – Di Carricante ce n’è poco mentre la domanda è in forte crescita e comunque credo che l’entrata in produzione di decine e decine di ettari impiantati negli ultimi due-tre anni con questo vitigno potrebbero rallentare la corsa ai prezzi. Usoil condizionale perché molte previsioni sull’Etna sono saltate. Il territorio sta vivendo un momento di grande appeal e pertanto non mi meravigliano i prezzi di quest’anno”.
Fonte: Cronache di Gusto