Obiettivo export: azioni coordinate su tutela legale, promozione commerciale e difesa attiva
Il Consorzio Tutela Formaggio Asiago, l’organismo che si occupa di salvaguardia, vigilanza e valorizzazione del formaggio DOP, conferma l’andamento in continua crescita dei principali valori della denominazione che nel 2017 – a fronte di 208.000 quintali di formaggio certificato e 140 milioni di euro di valore alla produzione – ha registrato incrementi significativi nelle quotazioni, nei consumi e, soprattutto, un nuovo record nell’export.
Grazie all’attività delle imprese e all’azione di protezione e valorizzazione da parte del Consorzio, le esportazioni di Asiago DOP nel 2017 hanno registrato un aumento del +2,2%, per un totale di 1.777 tonnellate di forme (portate in 56 Paesi) che rappresentano il massimo volume storico esportato e fissano l’incremento degli ultimi otto anni al +71%.
Pilastro di questa crescita progressiva sono le numerose attività che, negli ultimi anni, il Consorzio ha realizzato per favorire l’internazionalizzazione, in particolar modo nel garantire la difesa dalle frodi, non solo del prodotto, ma anche di produttori e consumatori. Impegnato a firmare accordi di tutela in Messico e Giappone, attivo nelle sedi istituzionali europee e in prima linea su TTIP e CETA, l’organismo consortile è considerato da molti osservatori un esempio da seguire per la capacità di interpretare le dinamiche che governano il mercato internazionale e per il suo impegno nella protezione del prodotto all’estero. Per comprendere a fondo le linee guida e i risultati ottenuti, Consortium ha sentito il presidente del Consorzio tutela formaggio Asiago, Fiorenzo Rigoni.
Presidente, su cosa si basa la vostra attività internazionale?
Sulla convinzione che la difesa della proprietà intellettuale unita alla promozione commerciale siano i due focus sui quali agire in azione combinata. In questi anni, sono veramente tante le attività realizzate, a partire dalla registrazione del marchio nei mercati dove Asiago DOP non era ancora presente, alle azioni di promozione svolte per aprire nuovi mercati come Emirati Arabi Uniti, Tailandia, Messico, Est Europa, fino allo sviluppo e consolidamento di mercati storici come Germania e Stati Uniti. A queste attività, si sommano azioni che hanno riguardato Vietnam, Cina e Giappone.
Certamente è un percorso reso ancor più complesso proprio dai negoziati in corso, che richiedono ai Consorzi un approccio globale.
È vero. Da tempo il Consorzio di Tutela Formaggio Asiago ha scelto di svolgere un ruolo attivo in Europa. Da qui anche la decisione di essere tra i soci fondatori di OriGIn EU, organizzazione che riunisce oltre 300 associazioni di produttori di Indicazioni Geografiche europee, per un fatturato alla produzione di oltre 30 miliardi di euro. Alcune attività di tutela degli interessi vanno infatti oltre la portata del singolo Consorzio; basti pensare al tema dei negoziati bilaterali.
Veniamo ora alla concretezza dei risultati fin qui ottenuti.
Il caso più esemplare è quello del Messico. Qui abbiamo agito a 360 gradi. A partire dal 2014 ci siamo infatti adoperati per la registrazione dell’Indicazione Geografica, la tutela legale, la vigilanza, la promozione, la richiesta di classificare il formaggio Asiago in una categoria di dazi più consona. Un approccio coronato dal successo del riconoscimento dell’Indicazione Geografica Asiago nell’ambito dell’Accordo di Lisbona, anche a discapito dell’impugnazione, poi sconfitta, promossa dall’US Dairy Export Council, insieme ad alcune ditte americane presso la Corte Suprema messicana. Oggi in questo Paese si sono schiuse concrete opportunità di crescita. Un altro esempio di come l’abbinamento tra tutela e promozione funzioni è dato dal Giappone, dove oggi la protezione è concreta, totale e da noi costantemente monitorata; premessa fondamentale, questa, per un’ulteriore crescita di mercato.
Risultati positivi vengono anche dalla UE, che vi ha premiato.
Ha premiato la qualità della proposta, la capacità di lavorare insieme ad altri Consorzi e, di fatto, l’articolazione di un progetto che nasce da uno studio profondo del mercato. È il caso di due attività europee di grande impatto: Uncommon Flavors of Europe, il progetto di promozione in USA e Canada promosso dai Consorzi di Tutela Formaggio Asiago, Speck Alto Adige e Pecorino Romano e co-finanziato dalla UE, basato sulla valorizzazione del legame tra prodotto e territorio d’origine, diventato un caso di successo europeo e Cheese it’s Europe, realizzato con i Consorzi Gorgonzola e Parmigiano Reggiano, che punta a promuovere la conoscenza ed il consumo di questi formaggi in Austria, Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria. I due progetti, dal valore complessivo di 5,5 milioni di euro, dimostrano concretamente l’imprescindibile ruolo dei Consorzi di tutela che, presentandosi in gruppo, riescono ad essere maggiormente rappresentativi di importanti comparti del made in Italy, e che utilizzando al meglio i contributi pubblici riescono a creare un “effetto leva” rispetto ai contributi dei singoli soci. Tutto questo amplifica la portata della promozione fino ad un livello al quale, da sole, le singole aziende non potrebbero mai arrivare.
Concludendo, presidente, quali sono le prossime sfide che il Consorzio Tutela Formaggio Asiago affronterà.
In primis ci impegneremo ancor di più nell’ottica della differenziazione. Già oggi il formaggio Asiago DOP si distingue per stagionatura, latte impiegato, zona di produzione, ma riteniamo che vi sia un ampio margine di crescita per tutte le scelte produttive che, anche grazie a certificazioni aggiuntive, possano mostrare il grande patrimonio della specialità. Il mercato è pronto per questo tipo di offerta e il nostro impegno sarà anche quello di favorire la capacità commerciale delle nostre imprese, ognuna con le proprie specificità, in Italia e all’estero.
La storia del Consorzio Tutela Formaggio Asiago è legata indissolubilmente alla montagna e a quel genius loci fatto di sapere tramandato e ambiente con specifiche caratteristiche agronomiche. Ed è proprio il Consorzio, nato nel 1979, con i suoi 47 soci produttori e stagionatori a garantire un prodotto sostenibile, prezioso patrimonio per il tessuto produttivo locale che impiega, nell’intera filiera, un indotto stimato in circa ottomila lavoratori. Sia l’Asiago Fresco (o pressato) che l’Asiago Stagionato (o d’allevo) si producono in una zona che va dai prati irrigui della pianura padana agli alpeggi dell’Altopiano di Asiago e del Trentino. La zona di raccolta del latte e di produzione del formaggio Asiago DOP comprende quattro province: Vicenza, Trento e una parte di Padova e Treviso. La sinergia tra prodotto d’origine e territorio è una delle chiavi di promozione e valorizzazione dell’anima di Asiago DOP. Il Consorzio di Tutela Formaggio Asiago è stato tra i precursori nella comunicazione web dell’agroalimentare italiano. Prima con l’apertura, nel 1998, del sito istituzionale ad oggi tradotto in dodici lingue, poi con la scelta di perseguire un contatto diretto con gli appassionati su tutti i canali social, anche con progetti dedicati ai singoli Paesi. Un percorso segnato anche dalla creazione dell’innovativo ASIAGO NETWORK, la community ambasciatrice dell’Asiago DOP nel mondo, e dal recente progetto di merchandising ideato per trasmettere i tratti distintivi di questo grande formaggio secondo le tendenze di consumo più avanzate che vedono l’e-commerce alimentare in crescita costante.
Undici anni di Asiago DOP Prodotto della Montagna: un primo bilancio
Sono trascorsi undici anni da quando il Consorzio Tutela Formaggio Asiago fu il primo a valutare l’importanza di tutelare e far conoscere al consumatore il lavoro delle malghe e dei caseifici di montagna portando la produzione di formaggio Asiago fatta al di sopra dei 600 metri ad essere la prima DOP italiana insignita dall’Unione Europea della menzione Prodotto della Montagna. Ad oltre dieci anni di distanza, cosa è cambiato? Sul piano quantitativo la produzione è andata costantemente aumentando; negli ultimi cinque anni ha registrato un incremento del +65%, passando dalle 37.292 forme del 2013 alle 61.736 del 2017. Il numero crescente di aziende che oggi chiedono di certificarsi per la produzione di Asiago DOP Prodotto della Montagna è la testimonianza del ruolo strategico di questa produzione per lo sviluppo sostenibile dell’agricoltura montana, per il turismo e come fonte di valore per un’intera comunità territoriale. Un ruolo sociale e ambientale unico, che deve essere preservato e valorizzato sempre più, partendo da un bilancio positivo che ha spinto il Consorzio a stimare, per il 2018, un aumento del +10% della produzione dell’Asiago DOP Prodotto della Montagna e a confermare come la sinergia tra prodotto d’origine e territorio sia sempre più occasione unica di promozione e valorizzazione di quegli elementi che rendono inimitabili le produzioni DOP.
A cura di Roberta Zarpellon
Fonte: Consortium 2018/01