Fino a meno di cent’anni fa era l’ “albero del pane”ora, superato non senza problemi, il periodo del grande abbandono delle campagne e della montagna, il castagno sta vivendo una nuova stagione di opportunità economiche. Come in Mugello, terra che vanta un prodotto davvero di eccellenza, insignito, già nel 1996 dell’Indicazione Geografica Protetta dell’Unione Europea. Da oggi prende avvio la stagione del Marrone del Mugello IGP. Non ci sarà perse privo di una sagra o di una festa dedicata al prodotto dei boschi mugellani, in Mugello non mancherà l’odore delle “bruciate” e i sapori dei tanti dolci al marrone.
il giro economico è rilevante, e il settore ha grandi potenzialità. “Nel Mugello ci sono 3.330 ettari di castagneto da frutto – spiega Emanuele Piani, presidente del Consorzio Marrone del Mugello IGP – con circa 400 produttori di cui 120 iscritti al consorzio. La produzione media annua è di 20.000 quintali per un valore di 10 milioni al netto dell’indotto e del prodotto trasformato”.
L’IGP, dopo anni di difficoltà, sta davvero portando i suoi frutti: il prodotto, debitamente insacchettato ed etichettato , e quindi con provenienza certa, sta avendo un crescente successo anche nella grande distribuzione, con prezzi al pubblico tra i 7 e i 9 euro al kg, e un margine per i produttori finalmente soddisfacente. Con una produzione in ripresa, dopo la grande paura per il cinipide, insetto che pochi anni fa aveva quasi azzerato le produzioni, ma ottimamente contrastato con l’introduzione di un insetto antagonista. Quest’anno ci si è messa una recente tempesta di vento, a frenare la produzione, che comunque si annuncia buona.
Fonte: La Nazione