La protezione delle denominazioni DOP Asiago, Grana Padano, Parmigiano Reggiano e Pecorino Romano nel contesto degli accordi commerciali di libero scambio come garanzia dei consumatori e salvaguardia dei produttori: questo il tema affrontato ieri pomeriggio nella conferenza stampa organizzata da AICIG per fare il punto sulle azioni dei Consorzi di Tutela per il Made in Italy. Un incontro che ha visto quindi protagoniste quattro delle principali realtà consortili legate al settore caseario, oltre al Segretario Generale di AICIG Leo Bertozzi infatti vi hanno preso parte il Presidente del Consorzio dell’Asiago Fiorenzo Rigoni, il Direttore del Consorzio Parmigiano Reggiano Riccardo Deserti e il Responsabile del Consorzio del Pecorino Romano Giovanni Galistu.
“Nel contesto dei mercati internazionali – ha spiegato il Segretario Generale di AICIG Leo Bertozzi – i Consorzi di tutela italiani riuniti in Aicig e nella rete internazionale Origin, fanno fronte comune sulla tutela delle denominazioni, in particolare nei confronti di chi, come il Consortium for Common Food Names USA, svolge continuamente azioni per “tutelare” i nomi generici. Un ossimoro che la dice lunga sulle finalità dei colleghi d’oltreoceano”
Le denominazioni dei prodotti italiani tradizionali sono infatti fra le più note nel panorama agroalimentare mondiale ed in quanto sinonimo di qualità, tradizione, cultura e gastronomia rappresentano un patrimonio che va promosso ed anche salvaguardato da tutti i tentativi di evocazioni, imitazioni o usurpazioni, che danneggiano sia i consumatori – perché non ottengono il prodotto che ricercano – sia i produttori, che debbono far fronte a forme di competizione sleale. A tal proposito, le azioni di monitoraggio sui mercati atte a tutelare le denominazioni d’origine, rappresentano uno degli aspetti più importanti che i Consorzi sono chiamati ad esercitare erga omnes.
La sorveglianza e le relative azioni, anche di natura legale, a tutela delle denominazioni viene svolta sia nel territorio dell’Unione Europea – dove il quadro legale di riferimento è certo – sia sui mercati internazionali, soprattutto laddove le normative a tutela delle Indicazioni Geografiche sono quanto mai difformi e vaghe. Ciò avviene attraverso accordi commerciali di libero scambio dell’Unione Europea con i Paesi Terzi ed in tale contesto i Consorzi svolgono puntualmente azioni di tutela, seguendo attentamente le situazioni di mercato. A partire dal CETA col Canada – entrato provvisoriamente in vigore da un anno – e fino ad arrivare agli Accordi conclusi recentemente, come quello col Giappone, oppure in via di definizione come quello col Messico, o ancora quelli tuttora in discussione come il negoziato con i Paesi Mercosur. Nei suindicati contesti, sono stati effettuati interventi concreti che hanno permesso, attraverso la tutela della denominazioni, di creare situazioni favorevoli per i flussi commerciali, in modo da permettere agli operatori di lavorare in situazioni eque di concorrenzialità.
La conferenza stampa di ieri ha quindi rappresentato per le realtà consortili dei formaggi DOP Asiago, Grana Padano, Parmigiano Reggiano e Pecorino Romano, l’occasione per presentare gli specifici interventi da essi posti in essere nel corso dell’ultimo anno ed i rispettivi risultati, che hanno dimostrato di aver portato beneficio a tutto il sistema agroalimentare italiano.
L’incontro si è concluso con una panoramica sulle caratteristiche organolettiche distintive dei quattro formaggi in questione, attraverso una degustazione sensoriale volta ad illustrare e far percepire le specificità che li distinguono dai prodotti similari.