Nuovi bandi destinati agli allevatori delle zone svantaggiate, un tavolo tecnico con le organizzazioni di categoria e gli esponenti della giunta per monitorare lo stato di salute del comparto. Sono questi gli strumenti messi in campo dal governo regionale per affrontare la crisi che sta colpendo il settore della zootecnica e degli allevatori siciliani.
Un problema giunto alle cronache dopo le proteste dei pastori sardi per il prezzo del latte ma che riguarda anche i colleghi siciliani. Tutto questo è stato deciso nel corso dell’incontro organizzato a palazzo d’Orleans dal presidente della Regione Nello Musumeci, alla presenza degli assessori all’Agricoltura Edy Bandiera e alla Salute Ruggero Razza e con i rispettivi dirigenti generali Carmelo Frittitta e Maria Letizia Di Liberti.
I rappresentanti di Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, l’Unione allevatori siciliani e Associazione italiana allevatori hanno avuto la possibilità di mettere in risalto tutte le criticità di un settore che, oggi più che mai, è messo a dura prova da una concorrenza straniera che gode, tra le altre cose, di benefici fiscali che hanno un effetto devastante per le produzioni siciliane: basti pensare che la tassazione in Romania è del 7%, mentre in Italia raggiunge il 67%.
«Ne consegue », hanno sottolineato gli allevatori, «che il costo del latte sia tre volte inferiore rispetto al nostro». Negli interventi, rivendicazioni e proposte a 360 gradi: dalla necessità di puntare sui marchi di linea biologica e Dop alla richiesta di una maggiore attenzione per la zootecnia di alta montagna che soffre di disagi maggiori, da una nuova regolamentazione delle vaccinazioni all’esigenza di strumenti in grado di dare risposte in campo occupazionale ai giovani. Nei prossimi bandi del Psr, verrà data priorità proprio alle micro-imprese giovanili e alle zone montane svantaggiate. A disposizione, in totale, ci sono risorse comunitarie per quasi 140 milioni di euro.
«E’ chiaro», ha sottolineato il governatore Nello Musumeci, «che si tratta di un comparto rimasto in passato ai margini dell’agenda politica, ma da oggi gli allevatori non si debbono sentire più soli. Per tutti quei problemi che sono di nostra diretta competenza ci confronteremo fino a quando riusciremo a trovare una soluzione, per gli altri eserciteremo un’azione di pressione, a cominciare dall’incontro previsto domani a Roma al ministero delle Politiche agricole al quale, però, è stata invitata solo la Sardegna. Se, come probabile, non potremo parteciparvi ne solleciteremo uno dedicato appositamente alla vertenza zootecnica in Sicilia».
Il governo regionale, naturalmente, non potrà operare interventi che si configurerebbero come una violazione delle norme comunitarie ma da subito (è una delle soluzioni emerse) potrà portare avanti un’ azione di promozione dei prodotti caseari. Ed emerge la necessità di fare rete, di superare gli steccati dell’individualismo rivelatosi dannoso, con uno sguardo in tal senso alle regioni virtuose con solide tradizioni di allevatori, come Piemonte e la stessa Sardegna, diventate protagoniste del mercato e avvantaggiate, per questo loro ruolo, nella interlocuzione con il governo centrale.
Fonte: Milano Finanza