Da Dubai a Chiaravalle. Due giorni dopo aver partecipato con i big del mondo a Gulfood, la più grande fiera dedicata all’agroalimentare nel vicino Oriente, il ritorno a casa – e alle origini – con l’iniziativa (popolare) “Un giorno da casaro” nell’abbazia milanese dove nel 1135 i monaci realizzarono la prima forma di caseus vetus, per il popolo formai de grana, l’antenato del Grana Padano che con quasi 5 milioni di forme prodotte nel 2018 è il formaggio più consumato al mondo. Tradotto: apertura a nuovi mercati partecipando alle fiere italiane e internazionali da una parte. La valorizzazione delle radici italiane e lombarde dall’altra. Due facce che convivono anche nei numeri: «Il Grana Padano è il prodotto DOP più venduto al mondo con un export nel 2018 di circa 70 milioni di chili pari al 40% circa della produzione – sottolinea Stefano Berni, direttore generale del Consorzio -. Nell’ultimo anno i consumi in Italia sono cresciuti del 6%, all’estero del 5%».
Chi importa più Grana Padano?
«La Germania, ma tra i Paesi che crescono di più ci sono la Spagna, il Canada, la Svezia e il Giappone».
La recente partecipazione della fiera a Dubai in quale strategia rientra?
«Negli Emirati Arabi la progressione è significativa ma i numeri sono ancora complessivamente modesti, così come in Cina dove pure la crescita è consistente ma su numeri bassi».
Quali sono le aspettative per il 2019?
«Il nostro auspicio è confermare le eccellenti posizioni del 2018 che ha visto una maggior vendita di oltre 250mila forme di formaggio da 38 chili cadauna rispetto al 2017».
Ad aprile per la prima volta parteciperete a Cibus Connect. Ci sono sempre più fiere nell’agenda dei Consorzio?
«Quest’anno per la prima volta partecipiamo a Cibus Connect perché è un evento più dedicato ai buyers. Tuttavia, svolgendosi nello stesso periodo di Tuttofood (Cibus Connect è ad aprile e Tuttofood a maggio, ndr) crea qualche problema logistico: oltre alle fiere italiane partecipiamo sempre alle più importanti fiere americane, europee, in Giappone e anche nei Paesi Arabi. E non è certo agevole gestire presenze così importanti che si susseguono. Quest’anno abbiamo voluto provare Cibus Connect e vedremo se ripeterlo nel 2021. Di certo nel 2020 saremo come sempre presenti a Cibus, che si tiene negli anni pari».
Fonte: Il Giorno