«Attraverso questo decreto, le aziende vitivinicole regolamenteranno le loro attività di accoglienza, di divulgazione e degustazione, proponendo particolari percorsi esperienziali e turistici incentivando il mercato dei viaggi, delle vacanze e del turismo. Oggi si apre una nuova stagione, nuove opportunità per il comparto anche in termini di valorizzazione del territorio e occasioni di crescita per tutta la filiera, ma anche occasioni di conoscenza per chi sarà fruitore dell’enoturismo». Gian Marco Centinaio, ministro delle Politiche agricole e del Turismo, sintetizza così gli obbiettivi del decreto approvato nei giorni scorso dal Consiglio dei Ministri che riconosce all’accoglienza in cantina la stessa dignità e le stesse regole che valgono per gli agriturismi. Tra le norme anche la possibilità per il ministero di istituire un logo identificativo per l’indicazione facoltativa dell’attività enoturistica.
C’è voluto più di un anno per completare l’iter avviato nel dicembre del 2017 quando, su proposta del senatore Dario Stefàno e con firma dell’allora ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, i commi del decreto sull’enoturismo venivano inseriti nel Bilancio di previsione dello Stato 2018 in attesa del passaggio in Conferenza Stato Regioni. Il percorso è stato ripreso dalla nuova maggioranza e completato nei giorni scorsi con l’approvazione del testo da parte della conferenza Stato-Regioni. Il decreto, che ora dovrà essere approvato in via definitiva dal Parlamento, classifica come enoturistiche «tutte le attività formative e informative rivolte alle produzioni vitivinicole del territorio e la conoscenza delvino». Si tratta di visite guidate nei vigneti o nei luoghi di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione della vite, della storia e della pratica vitivinicola ed enologica. Rientrano nelle attività Pagina 19 Foglio 1 1 2 ammesse anche «iniziative di carattere didattico, culturale e ricreativo svolto nell’ambito delle cantine e dei vigneti, compresa la vendemmia didattica».
Fonte: La Stampa