La Mozzarella di Bufala Campana DOP è un brand affidabile e consolidalo che genera mi giro di aIlari di 1 miliardo e 218 milioni. II dato emerge dallo stadio di Sviniez sull’impatto socio-economico della filiera bufalina, presentato al palazzo della borsa di Milano dal direttore dell’associazione, Luca Bianchi, insieme al presidente del Consorzio, Domenico Raimondo e al direttore Pier Maria Saccani. Era atteso anche il vicepremier e ministro dello sviluppo economico, Luigi di Maio, ma ha dato forfait.
«Sono stato positivamente colpito e stupito su alcuni aspetti dello studio – afferma il direttore del Consorzio, Pier Maria Saccani – la solidità finanziaria del comparto è un elemento molto rilevante. Questo vuoi dire che tutta la filiera è solida e perciò affidabile» . Il fatturato 2017 è stato di 577 mln, con una media di 9,3mln per impresa. La filiera dà lavoro a 11.200 persone, cioè l‘1,5% dell’occupazione nelle province di Caserta e di Salerno, in 90 aziende, che incidono per l’1,4% sul Pii totale delle due province. In pratica ogni euro di fatturato dai soci del Consorzio, ne crea 2,1 nel sistema economico locale. Sono stati poi analizzati anche i bilanci di 62 aziende (pari circa al 90% del fatturato di settore).
«Svimez – ha sostenuto Luca Bianchi – ha verificalo una redditività da settore premium». «Se consideriamo l’intero sistema delle aziende aderenti al consorzio – afferma ancora il direttore Saccani – stiamo parlando di una delle maggiori realtà industriali del Mezzogiorno e della pincipale agglomerazione produttva del settore agroalimentare meridionale ».
La produzione, quadruplicata in 25 anni, è passata da 115.000 a 494.000 tonnellale, con una crescita inedia annua del 6%, ed è concentrala nelle province di C aserta (62% nel 20128), Salerno (30%), meno in Basso Lazio (5%) e a Napoli (2%). Altro dato importante è la vocazione all’export. Il valore delle esportazioni nel 2017 è risultato di 262milioni (+9% rispetto al 2016), secondo il Monitor Distretti della direzione studi Intesa Sanpaolo di maggio 2018. Nel 2018 le vendite in Italia del Consorzio sono state il 67,29% e all’estero il 32,75%, soprattutto in Germania, Francia, Gran Bretagna, Usa, Spagna, Svizzera, cori un recente incremento nei Paesi Bassi e mercati emergenti quali Ungheria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ucraina, Romania e Polonia. «È un settore che può ancora crescere – dice sempre Pier Maria Saccani – ma c’è bisogno di rafforzare i rapporti con il sistema bancario meridionale».
Fonte: La Repubblica