«L’analisi della programmazione passata (2007 -2013) e di quella attuale (2014-2020) evidenzia che, pur essendo un tema molto trattato, la Pac non ha supportato in modo sostanziale la crescita del settore delle IG spiega Fabio Del Bravo, responsabile della Direzione servizi per lo sviluppo rurale di Ismea che ha redatto, in collaborazione alla Fondazione Qualivita, il rapporto annuale sui valori economici e produttivi del comparto delle indicazioni geografiche agroalimentari e vitivinicole Dop, Igp, Stg .
Il contributo economico dello sviluppo rurale ai regimi di qualità riconosciuti dalla Ue è stato esiguo e in quota rilevante orientato verso il biologico. Anche la qualità del supporto derivato dalla Pac non sembra essere stata all’altezza; il contributo ai pagamenti delle spese di certificazione non sembra misura sufficiente a orientare le scelte imprenditoriali. La sfida, piuttosto ha sottolineato Del Bravo -, è trasformare le opportunità che offrirà lo spostamento dell’attenzione delle politiche, previsto dalle bozze di regolamento attuale, dalla “conformità” ai “risultati”. Questo porta con sé un riequilibrio di responsabilità tra l’Ue e gli Stati membri attraverso maggiore sussidiarietà fornendo l’opportunità di trasformare in fatti concreti i maggiori gradi di libertà».
«L’obiettivo ha spiegato del Bravo deve essere quello di inserire misure che siano davvero efficaci, che siano un traino per favorire la crescita delle produzioni che già si fregiano dei marchi e anche per favorire la nascita di ulteriori “campioni” del made in Italy. Questo non significa, ovviamente, un aumento indiscriminato del numero di certificazioni ma, a esempio, favorire politiche che consentano di equilibrare il peso delle IG tra il Nord, già ricco delle eccellenze nel settore dei salumi e dei formaggi a esempio, e il Sud che rappresenta ancora una miniera di potenziali eccellenze da valorizzare. La crescita recente di prodotti quali, a esempio, la Mozzarella di Bufala Campana o la Pasta di Gragnano o l’Arancia Rossa di Sicilia, deve essere da esempio per stimolare nuovi riconoscimenti che abbiano le potenzialità di affermarsi anche sui mercati internazionali».
Fonte: SUINICOLTURA.EDAGRICOLE.IT