«In Cina siamo già tutelati dalla legislazione interna; il negoziato chiuso dalla Commissione europea con Pechino, invece, non ci difende dalla concorrenza sleale del falso Parmigiano Reggiano, il parmesan»: raggiunto da ItaliaOggi per un primo riscontro sull’impatto dei dazi negli States, Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano DOP, rivela un paradosso che, nella migliore delle ipotesi, ha del «tafazziano». Il nodo del contendere è il recente accordo tra Bruxelles e Pechino di libero scambio e per la reciproca tutela sui mercati interni di cento prodotti a denominazione. «L’intesa non si applica al parmesan. Se non sarà corretta ne usciremo», sbotta Bertinelli.
A distanza di anni dall’apertura del negoziato, la Commissione europea ha raggiunto una prima intesa con Pechino sulla reciproca tutela di 100 prodotti a denominazione. Il Parmigiano Reggiano è in questa lista? C’è un antefatto. Nei mesi scorsi il Consorzio ha vinto una causa contro un’azienda Usa dalla marca nota, che voleva registrare in Cina il termine «Parmesan». Con due diverse sentenze le autorità cinesi ha detto no perché il termine «parmesan» è evocativo del Parmigiano Reggiano. Questo è molto importante: ci consente di attivare la difesa dei trademark su quel mercato. Poi, ci siamo attivati per spiegare ai negoziatori Ue l’esistenza di questa tutela diretta sul mercato cinese, frutto della giurisdizione interna. Ora, leggendo il documento ufficiale emerso dal negoziato che, va detto, è ancora in fase transitoria, tra le cento denominazioni europee tutelate compare il Parmigiano Reggiano, accompagnato però da un asterisco, una nota.
Quale? Che la protezione non si estende al termine parmesan. Ora, questa cosa va chiarita. Perché mai il Parmigiano Reggiano nell’accordo raggiunto dall’Ue non viene tutelato dal parmesan, sebbene due pronunce delle autorità cinesi, autonomamente assunte senza un negoziato con l’Ue, dicano il contrario?
Se la cosa non dovesse chiarirsi? Il Consorzio sta prendendo in considerazione l’idea di uscire dall’accordo di libero scambio con la Cina, perché il Parmigiano Reggiano sarebbe comunque tutelato dalla legislazione cinese in vigore. Anche dal parmesan.
L’Ue, che per legge tutela le DOP, vuole esportare italian sounding in Cina? Al punto in cui siamo è una preoccupazione che verrebbe a chiunque. Per questo scriveremo una lettera alla commissione in cui, alla luce delle preoccupazioni espresse e dei riscontri positivi progressi avuti coi negoziatori, spiegheremo che, messa così, la lista dei prodotti tutelati genera confusione. Siamo convinti che si tratta di un equivoco. Ma non capiamo come, a seguito delle informazioni rese ai negoziatori, questo incidente sia accaduto in automatico.
Cambiamo fronte: a distanza di un mese dall’entrata in vigore dei dazi aggiuntivi Usa per la vicenda Airbus, Coldiretti denuncia un calo del 20% delle vendite di agroalimentare Made in Italy negli States. Il Parmigiano che riscontri ha? Il 41% della produzione di Parmigiano Reggiano viene esportato. Gli Usa sono il secondo mercato, dopo la Francia: 10 mila tonnellate l’anno. Nell’estate del 2019, rispetto al 2018, c’è stato un aumento del 12% dell’import Usa. Gran parte degli importatori si è attivata per fare magazzino, prima che i nuovi dazi entrassero in vigore. Ora la quantità di prodotto verso gli Usa è molto bassa, ma la ragione è nelle scorte. E il segno sarà negativo fino a fine anno, indipendentemente dal tema dazi. Il bilancio atteso sull’anno, invece, è simile agli anni scorsi.
Fonte: Italia Oggi