Nell’emergenza Coronavirus il settore agroalimentare italiano è in prima fila. I negozi di generi alimentari saranno tra i pochi a restare aperti ma la settore sono anche legate alcune delle criticità dovute all’emergenza come la mancanza di manodopera nei campi oltre alle difficoltà che si stanno registrando alle frontiere per l’export di prodotti italiani. “Che il settore agroalimentare deriva dalla sua centralità – spiega la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova-. Il bene-cibo è essenziale e strategico per l’economia.
Le prime difficoltà si stanno riscontrando in campo con la mancanza di manodopera denunciata in questi giorni dalle organizzazioni agricole.
Le segnalazioni stanno arrivando anche dalla Task Force insediata al nostro ministero. Stiamo avviando una consultazione per mappare il calendario dei fabbisogni dei prossimi mesi.
E’possibile immaginare un potenziamento dei voucher?
Gli strumenti per sostenere il lavoro stagionale e imprese ci sono. Non si se i voucher siano quelli più indicati. Su questo ci confronteremo: con le associazioni, i rappresentanti dei lavoratori, il Parlamento.
I supermercati resteranno aperti ma non i mercati rionali e i venditori ambulanti. E’ pensabile una revisione di questi limiti?
Abbiamo salvaguardatato i supermercati e anche i mercati al chiuso. In quelli all’aperto è più difficile garantire le misure di sicurezza. Il lasso di tempo indicato dal Decreto approvato mercoledì sera indica come termine il 25 marzo. Un intervento di revisione dei termini mi sembra al momento improbabile
Quali difficoltà ci sono sul fronte della distribuzione?
I prodotti sugli scaffali stanno arrivando regolarmente. Non mi pare ci siano problemi. Invito i cittadini a non accalcarsi fuori dai negozi non c’è bisogno. I problemi se mai sono per i prodotti alimentari che devono arrivare in Europa, come abbiamo visto con le code al Brennero o la notte scorsa ai confini con la Croazia. Su questo abbiamo già attivato la nostra rete diplomatica e siamo al lavoro insieme agli altri ministeri perchè le nostre merci e nostri prodotti alimentari non siano penalizzati da richieste e comportamenti irricevibili.
Fonte: Il Sole 24 Ore