Made green in Italy rappresenta uno strumento innovativo sul fronte del marketing e della comunicazione. Per la pasta esistono già regole di categoria.
Dove sta puntando l’innovazione della filiera bakery e pasta? E quali sono le nuove strade della sostenibilità? Anche di questo si è parlato lo scorso settembre durante il convegno digitale di scienza e tecnologia alimentare organizzato da AlimentiPiù.
“L’innovazione di prodotto nel settore dei cereali e dei prodotti derivati negli ultimi anni ha riguardato la formulazione, per esempio la ricerca di tecnologie per arricchire un prodotto di fibre o proteine -ha spiegato Alessandra Marti, phd professore in scienze e tecnologie alimentari Università di Milano-. Ci si è spinti anche verso l’utilizzo di colture diverse come la farina di castagne o di ghiande, di sottoprodotti quali germe, crusca e cruschello, oppure di nuovi ingredienti come la farina di insetti. Ma vanno poi valutati gli aspetti nutrizionali e il loro comportamento dal punto di vista tecnologico, senza contare che non sempre si raggiunge la shelf life desiderata”.
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“Il ministero dell’Ambiente pubblica sul proprio sito web l’elenco dei prodotti aderenti allo schema e rilascia il logo, corredato da un qrcode o equivalenti o codice a barre specifico per ogni singolo prodotto, al fine di consentire il collegamento al sito web contenente la Diap (dichiarazione di impronta ambientale di prodotto) -ha illustrato Irene Grigoletto, responsabile di schema, innovazione e sviluppo di Csqa, il primo organismo di certificazione accreditato per il Made green in Italy-. Per la pasta esistono già le regole di categoria e sul sito del ministero è disponibile il documento che spiega come calcolarne l’impatto del ciclo di vita”.
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Fonte: MARK UP