Noi, rappresentanti delle Indicazioni Geografiche Agroalimentari italiane:
- Sosteniamo che i prodotti agroalimentari a Indicazione Geografica sono un inestimabile patrimonio economico e culturale per i territori di produzione e che sono portatori di valori preziosi per le future generazioni, di interesse pubblico generale, in tutte le aree del mondo, siano esse in condizioni di sviluppo economico avanzato che in ritardo di sviluppo.
- Sottolineiamo che le Indicazioni Geografiche sono, per loro natura, attente alla conservazione delle risorse locali e del territorio, e delle conoscenze tradizionali delle comunità locali.
- Ribadiamo la rilevanza economica, sociale e culturale a livello mondiale dei prodotti ad Indicazione Geografica, modello virtuoso in termini di sviluppo e sostenibilità dei territori, di freno all’esodo rurale, di massimizzazione del valore delle filiere, di contenimento della volatilità dei mercati.
- Assistiamo alla crescita di incertezze nello scenario economico, politico ed ambientale, che rischiano di creare nuove opportunità per modelli economici “speculativi” contrari ad una valorizzazione “democratica” delle risorse naturali e culturali.
- Assistiamo, con preoccupante intensità negli ultimi anni, ai tentativi di contrastare le Indicazioni Geografiche mediante l’utilizzo di dazi, e barriere commerciali (tariffarie e non).
- Riteniamo che la tutela delle Indicazioni Geografiche sia uno strumento fondamentale per salvaguardare la qualità, l’unicità e la specificità dei prodotti agricoli legati ai territori, nonché per conservarne i metodi di produzione tradizionali e promuovere lo sviluppo rurale.
- Siamo convinti che lo scambio di esperienze e conoscenze tra i vari modelli di Indicazioni Geografiche, anche valorizzando l’esperienza positiva dei Consorzi di Tutela italiani, possa essere un’enorme opportunità per contribuire a consolidare lo sviluppo rurale e locale di tante aree del mondo, e per facilitare la diffusione delle IG nei mercati se non frenati da nuovi protezionismi.
Alla luce di tali premesse, chiediamo una maggiore attenzione delle autorità pubbliche dei Paesi del G7 e della comunità internazionale sui temi seguenti:
- L’impegno a rafforzare e perseguire – in tutte le sedi istituzionali nazionali, regionali e globali – il riconoscimento delle Indicazioni Geografiche quale “patrimonio dell’umanità” in quanto modello virtuoso per affrontare le sfide globali richieste dallo sviluppo sostenibile, nelle sue componenti economica, sociale e ambientale.
- La creazione di un sistema multilaterale per la protezione delle Indicazioni Geografiche che sia efficace, semplice e trasparente per i produttori e i consumatori. In riferimento a questo si invitano i decisori politici a considerare l’implementazione dell’Accordo di Lisbona del 1958 – rivisto con l’Atto di Ginevra del 2015 – come via per garantire una tutela multilivello alle Indicazioni Geografiche.
- L’impegno per l’esclusione delle Indicazioni Geografiche dall’applicazione di dazi, barriere tariffarie e non tariffarie.
- Un incremento delle risorse finanziarie per la cooperazione internazionale destinate al rafforzamento delle Indicazioni Geografiche attraverso modelli e sistemi di governance efficaci, nei Paesi in via di sviluppo e nelle aree caratterizzate da conflitti e ritardo di sviluppo, compreso uno scambio di best practices e modelli di successo.
- Un incremento delle risorse pubbliche per il sostegno delle azioni a tutela e protezione delle Indicazioni Geografiche nei mercati, anche attraverso modelli di coinvolgimento attivo della Pubblica amministrazione e delle Autorità competenti.
Fonte: Consortium 2024_03