Uno studio, realizzato dall’Università di Catania in collaborazione con l’University Bloomington, valuta le prospettive dei prodotti a Indicazione Geografica come meccanismo a valore aggiunto per l’agricoltura sostenibile e lo sviluppo rurale
Lo scopo di questa ricerca è quello di presentare i risultati di un’indagine sulla capacità delle Indicazioni Geografiche (IG) di aumentare la redditività dell’agricoltura su piccola scala nell’UE e negli Stati Uniti e, di conseguenza, di rivitalizzare e sostenere le piccole comunità agricole in cui vivono i produttori. L’UE ha da tempo adottato una politica di utilizzo delle IG per differenziare i propri prodotti in Europa e nell’economia globale. Di conseguenza, c’è molto da imparare da queste pratiche.
Gli Stati Uniti hanno relativamente poca esperienza in questo senso, ma i casi delle American Viticultural Areas e delle Vidalia Onions mostrano come le IG potrebbero essere implementate. Iniziamo analizzando tre casi di prodotti siciliani, per poi passare a quelli realizzati negli Stati Uniti.
La scelta della Sicilia come sede dell’indagine europea è sia pragmatica (due degli autori sono professori in istituzioni siciliane) che pratica, poiché l’uso di esempi siciliani fornisce un periodo relativamente breve per valutare gli effetti delle Indicazioni Geografiche. Infatti, a differenza dei prodotti provenienti dalle regioni centrali dell’UE, in particolare dalla Francia, i prodotti siciliani sono stati registrati più recentemente nell’elenco dei prodotti IG ufficiali dell’UE. Di conseguenza, molte delle persone coinvolte nello sviluppo delle registrazioni ufficiali dei prodotti sono ancora attive e disponibili per essere intervistate e per discutere dei processi di sviluppo delle IG e dei loro impatti.
Dopo aver esaminato nel dettaglio tre IG siciliane (il Pistacchio Verde di Bronte DOP, il Limone di Siracusa IGP, la Carota Novella di Ispica IGP), ci siamo rivolti agli Stati Uniti. Qui, le IG esistono in due forme: le American Vinicultural Areas (AVA), regolamentate dal governo degli Stati Uniti sotto la supervisione del Dipartimento del Tesoro, e altre, come le Florida Oranges e le Washington Apples, regolate congiuntamente dagli ordini di mercato USDA e dalla legge statunitense sui marchi. Entrambi i sistemi vengono esaminati nello studio. Infine, vengono valutate le possibilità di un potenziale prodotto distintivo, gli Indiana Uplands Persimmons. Nelle conclusioni si raccomanda un’adozione più ampia delle IG negli Stati Uniti.
Dan C. Knudsen è il PI della ricerca e Professore emerito di Geografia presso il Dipartimento di Geografia dell’Indiana University Bloomington, IN.
Gianni Petino è professore associato di Geografia economica e politica presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Catania, Italia.
Metodologia
Lo studio si è basato su interviste con produttori, trasformatori, membri di Unità Operative Interventi di Assistenza Tecnica Agricola e di Consorzi direttamente coinvolti con i prodotti IG alla quale sono state associate visite, rilievi sul campo e ricerche storiche e d’archivio in Sicilia e negli Stati Uniti. Il rapporto completo che ne è risultato include nuove mappe, tabelle, infografiche e ampie appendici.
Risultati
Sebbene l’Indicazione Geografica (IG) risolva alcuni problemi delle comunità agricole, non è una panacea. I dati statistici concreti sono scarsi, ma, in ciascuno dei nostri casi di studio, gli intervistati hanno evidenziato che i prezzi dei loro prodotti erano aumentati a seguito dell’adesione all’IG. Questo aumento dei prezzi, nella misura in cui la ricchezza prodotta viene redistribuita nelle economie locali, ha a sua volta contribuito alla preservazione della vita rurale in Sicilia e, in generale, in Europa. Questo si riflette in alcuni dati: il 4,5% degli europei è impegnato nell’agricoltura e il 3,66% è impegnato nell’agricoltura a tempo pieno, percentuali raddoppiate rispetto a quelle degli Stati Uniti.
Babcock (2003) suggerisce un altro vantaggio del sistema europeo delle IG: la chiave per mantenere il valore dei prodotti IG risiede nel controllo della qualità e della quantità; tale controllo viene esercitato dai Consorzi di tutela per mantenere la qualifica DOP o IGP. L’uso delle IG suggerisce inoltre che il loro successo potrebbe ridurre i livelli di sussidi diretti agli agricoltori. Se da un lato l’adozione generalizzata delle IG in Europa ha garantito maggiori guadagni ai produttori, mitigato il declino delle aree rurali e, in una certa misura, ha mantenuto l’agricoltura come un’occupazione redditizia all’interno dell’UE, dall’altro contribuiscono a mantenere la produzione agricola più focalizzata sull’alimentazione umana e meno sulla produzione di mangimi per il bestiame, e hanno frenato la diversità agricola in seguito all’aumento delle rendite fondiarie negli areali riconosciuti come IG.
Da un altro punto di vista, l’effetto della certificazione “fissa” le relazioni sociali esistenti nello spazio e nel tempo, con la necessità di una legislazione aggiuntiva per incentivare il cambiamento ambientale e sociale una volta in vigore. Due questioni sono sembrate particolarmente importanti nella nostra ricerca in Sicilia: il patriarcato e la popolazione immigrata utilizzata come forza lavoro. In questa direzione. una parte del gruppo di ricerca ha ottenuto interessanti risposte dalle interviste realizzate. L’agricoltura è stata infatti definita da una delle donne intervistate come un ambito prevalentemente maschile.
Oggi questo si riflette soprattutto nella suddivisione del lavoro, mentre in passato anche la proprietà e la gestione delle imprese era affidata familiarmente agli eredi maschi. Per quanto riguarda il lavoro migrante, il sud est della Sicilia vede un’ampia presenza di manodopera estera ma delle coltivazioni prese in esame è prevalentemente quella del limone a vedere impiegati lavoratori stranieri per via della cura costante che richiede e dei tre periodi di raccolta annuali, al contrario di pistacchio e carota che hanno differenti calendarizzazioni (pistacchio) o metodi meccanizzati di raccolta (carota). Gli intervistati si sono dimostrati aperti e solidali con le componenti migranti della forza lavoro, nonostante siano coscienti che il problema dell’immigrazione e dello sfruttamento sia rilevante a livello nazionale.
Nel caso dello Stato dell’Indiana (USA) sosteniamo che il sistema IG utilizzato nell’UE è interamente importabile. Infatti, il sistema AVA negli Stati Uniti è quasi esattamente una replica del sistema utilizzato per i vini all’interno dell’UE. Per altri prodotti alimentari, orientarsi tra le istituzioni statunitensi per stabilire IG simili a quelle dell’UE è leggermente più difficile. Tuttavia, il caso delle Vidalia Onions (Cipolle di Vidalia) fornisce un eccellente modello: un mix di leggi statali e federali che tutelano un prodotto alimentare unico e irripetibile (Figura 1).
Conclusioni
Durante la parte della ricerca condotta in Sicilia, abbiamo anche notato che i prodotti con IG sembravano essere più resistenti al duplice shock del cambiamento climatico e della pandemia da COVID-19.
Proprio come l’“economia di mercato degli agricoltori” negli Stati Uniti, in Europa la “Dop economy” ha protetto i produttori alimentari durante la pandemia. Inoltre, le nuove iniziative agricole dell’UE collegano sempre più la designazione delle IG all’economia verde attraverso l’inclusione di obblighi di “condizionalità sociale”. In definitiva, sosteniamo che il sistema delle IG utilizzato all’interno dell’UE è completamente esportabile.
Come accennato in precedenza, il sistema AVA negli Stati Uniti è effettivamente una duplicazione del sistema utilizzato per i vini all’interno dell’UE. Per gli altri prodotti alimentari il percorso è leggermente più difficoltoso. Tuttavia, il caso di Vidalia Onions si presenta come un ottimo modello. Infine, il caso degli Indiana Uplands Persimmons viene presentato come la prima proposta IGP dello Stato dell’Indiana, in quanto frutto rappresentativo dell’area e con caratteristiche di prodotto tradizionale (Figura 2).
Per concludere, è fondamentale specificare cosa comporta esattamente questa procedura:
- Designazione dell’alimento come prodotto frutta, verdura o prodotto proteico dello Stato, a seconda dei casi;
- Acquisizione di un marchio di certificazione statunitense detenuto da un apposito ente governativo statale;
- Acquisizione di un ordine di mercato USDA per il prodotto alimentare.
Solo attuando tutte e tre le fasi un prodotto alimentare otterrà la protezione legale necessaria per sfruttare i benefici della protezione delle IG negli Stati Uniti. L’IG non è una panacea, ma potrebbe essere uno strumento per rivitalizzare l’economia rurale degli Stati Uniti.
Titolo
Geographical Indication as a Strategy to Revive Small-Scale Agriculture: Evaluating Prospects for Geographical Indication Commodities as a Value-added Mechanism for Sustainable Agriculture
Autore
G.Petino, J. Wilson, A. Babb, D. Napoli, C. Ipsen, McKenna Conway, S. Das, K. Czebotar, D. C. Knudsen
Fonte
Bloomington, IN., USA: Indiana University, Ostrom Workshop. Available from:
https://dlc.dlib.indiana.edu/dlcrest/api/core/bitstreams/d08a067e-7853-46fb-8553-d386569bb5c0/contentBabcock, B.A. 2003. Geographical Indications, Property Rights, and Value-Added Agriculture. Iowa Ag Review, Vol. 9, No. 4, pp. 1-3.
https://dr.lib.iastate.edu/server/api/core/bitstreams/6cfdac5a-b5a5-4137-99af-33bbce7601da/contentAbstract
Lo scopo di questa ricerca è quello di presentare i risultati di un’indagine sulla capacità delle Indicazioni Geografiche (IG) di aumentare la redditività dell’agricoltura su piccola scala nell’UE e negli Stati Uniti e, di conseguenza, di rivitalizzare e sostenere le piccole comunità agricole in cui vivono i produttori. La parte della ricerca condotta in Europa indica che, se da un lato le IG aumentano i ricavi per i coltivatori e i trasformatori di prodotti IG, contribuendo così a tutelare prodotti storicamente e culturalmente importanti e le comunità che li producono, dall’altro hanno meno successo nel produrre cambiamenti sociali e ambientali. Il sistema delle IG utilizzato all’interno dell’UE appare interamente esportabile. Infatti, il sistema AVA negli Stati Uniti è quasi esattamente una replica del sistema utilizzato per i vini nell’UE. Per altri prodotti alimentari, il percorso è leggermente più difficile. Tuttavia, il caso delle Vidalia Onions fornisce un eccellente modello: un intreccio di leggi statali e federali che proteggono un prodotto alimentare unico e irripetibile.
Bibliografia essenziale
- 1. Babcock, B.A. 2003. Geographical Indications, Property Rights, and Value-Added Agriculture. Iowa
- Ag Review, Vol. 9, No. 4, pp. 1-3. https://dr.lib.iastate.edu/server/api/core/bitstreams/6cfdac5a-b5a5- 4137-99af-33bbce7601da/content Accessed 11 November 2023.
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A cura della redazione
Fonte: Consortium 2024_03