La filiera agroalimentare vale oltre 620 miliardi di euro, il valore per ettaro è doppio rispetto alla Francia e i 2/3 in più della Germania. L’Italia al primo posto nelle produzioni di qualità e a marchio DOP IGP.
Alla fine della guerra l’agricoltura era sconvolta e distrutta, mancava tutto: macchine, fertilizzanti, fitofarmaci, carburante, animali da allevamento. Circa 750mila ettari di terreno coltivabile erano campi minati o bombardati. Gli agricoltori erano circa il 45% degli occupati ma il Paese era alla fame.
Oggi, stando ad una analisi della stessa Coldiretti, il settore garantisce uno patrimonio enogastronomico che è alla base di una filiera agroalimentare allargata che vale oltre 620 miliardi di euro e rappresenta la prima ricchezza del Paese.
Valore, superficie, occupati
L’agricoltura italiana genera un valore ad ettaro di quasi 3mila euro, il doppio rispetto alla Francia e i 2/3 in più della Germania. La superficie agricola utilizzata è pari a 12,5 milioni di ettari (il 42% circa del territorio). I coltivatori dicono orgogliosamente che quasi la metà dell’Italia è gestita dagli agricoltori. Le imprese agricole sono 730mila, 1,1 milioni di occupati; i giovani e le donne hanno ruoli importanti e spesso determinanti.
I primati
L’Italia è al primo posto nelle produzioni di qualità e a marchio con 328 specialità DOP/IGP/STG riconosciute, 529 vini DOP/IGP, 5547 prodotti alimentari tradizionali.
Primato europeo anche per il biologico, con 84mila aziende attive sul territorio nazionale.
Esportazioni e importazioni
Stando ad una analisi Coldiretti (su dati Istat), le esportazioni agroalimentari italiane nei primi sette mesi del 2024 hanno raggiunto i 40 miliardi (+8% rispetto allo stesso periodo del 2023); alla fine dell’anno si potrebbe arrivare a sfiorare i 70 miliardi: il massimo di sempre, dopo i 64 miliardi dello scorso anno.
La Germania resta il principale mercato, davanti a Francia, Usa, Gran Bretagna e Spagna.
Il prodotto italiano più esportato è il vino seguono ortofrutta fresca e trasformata, formaggi e pasta. Nel 2023 le importazioni hanno invece raggiunto (secondo il CREA) 164,7 miliardi di euro con una crescita del +4,1% rispetto al 2022.
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Fonte: L’Avvenire