Siglato l’accordo tra associazioni di categoria: “Un litro a non meno di 24 euro”. Quest’anno la produzione è triplicata ma è ancora difficile trovare manodopera.
L’olio extravergine ligure nasce dal sudore e dalla fatica. Gli olivi si coltivano in collina, fino a seicento metri di altezza, su terrazzamenti che richiedono una manutenzione continua e la raccolta viene effettuata a mano, oliva dopo oliva. Un oro giallo che, quando arriva sugli scaffali del supermercato, non può costare meno di 24 euro al litro.
Lo ha stabilito l’accordo sottoscritto da Coldiretti, Cia e Confagricoltura che indica il prezzo minimo di vendita delle olive (con una resa al 20%) e dell’olio extravergine sfuso prodotti in Liguria: all’ingrosso sono fissati rispettivamente in 2 e 13,5 euro al chilo.
“Il che si traduce in un prezzo al dettaglio che non può essere inferiore ai 12 euro per una bottiglia da mezzo litro – spiega Carlo Siffredi, Presidente del Consorzio di tutela dell’Olio Riviera Ligure DOP – visto che va considerato anche il costo del confezionamento, del trasporto e il ricarico dei rivenditori. Il nostro invito è diffidare se si trovasse in commercio un olio ligure a un prezzo inferiore”.
Un costo forse non per tutte le tasche ma che non ferma le vendite, anzi: “Ogni anno non riusciamo a soddisfare tutte le richieste che arrivano dal mercato – sottolinea Siffredi – sia per quanto riguarda l’olio, sia per le olive in salamoia. E sarà così anche per l’annata in corso, nonostante sia stata ottima grazie alle piogge e all’assenza della mosca delle olive”.
In media la Liguria quest’anno produrrà 5 mila quintali di olio, quasi tre volte quello delle ultime tre campagne che a causa della siccità avevano fatto registrare un record negativo con solo mille/millecinquecento quintali prodotti. Eppure, per rispondere alle richieste che arrivano da tutto il Nord Italia, si dovrebbe riuscire a raddoppiare la produzione.
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Fonte: Il Secolo XIX