Gli allevatori chiedono interventi urgenti contro la peste suina: “Dall’inizio della pandemia danni per oltre mezzo miliardo”
La peste suina africana mette a rischio la produzione e l’export di salumi italiani. I dati positivi registrati nei primi mesi di quest’anno, dopo le difficoltà del biennio precedente, sono già stati vanificati. Come rilevato da Ismea nell’ultimo rapporto sulle tendenze del settore, la peste suina africana, un virus non trasmissibile all’uomo ma letale per il 90 per cento di maiali e scrofe, pesa come un’incognita su tutta la filiera.
Dopo un aumento del 17,9 per cento in valore e del 13,4 per cento in volume nei primi due mesi dell’anno, vengono rilevati sempre maggiori problemi alla movimentazione dei capi e perdite non trascurabili dovute al mancato export di carni fresche verso alcuni mercati strategici, come quelli asiatici, a causa di misure di sbarramento di carattere sanitario.
Dal 6 gennaio 2022, quando la prima ondata dell’epidemia è arrivata in Italia attraverso i cinghiali, il ministero della Salute ha nominato in successione tre commissari straordinari. A differenza che in altri Paesi, la situazione è peggiorata. L’attuale commissario straordinario, Giovanni Filippini, insediatosi a fine agosto, ha spiegato che attualmente nel nostro Paese ci sono 24 focolai della malattia: 18 in Lombardia, nelle province di Milano, Lodi e Pavia; 5 in Piemonte, nelle province di Novara e Vercelli; e uno in Emilia Romagna, in provincia di Piacenza.
Le organizzazioni di categoria temono il peggio. Chiedono interventi drastici e misure di emergenza per sostenere la filiera suinicola italiana, fra le più performanti del sistema
agroalimentare nazionale. Secondo le stime di Coldiretti, fra produzione e indotto il valore complessivo del comparto raggiunge 20 miliardi di euro, con 100mila posti di lavoro. Gli animali allevati sono circa 10 milioni e rappresentano il prodotto di base per la filiera dei prosciutti DOP (in primis Parma e San Daniele) e di altri salumi.
Recentemente il Consorzio del Prosciutto di Parma ha lanciato un grido d’allarme per la ridotta disponibilità di materia prima, dovuta agli abbattimenti di suini.
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Fonte: Affari&Finanza