Il turismo enogastronomico si presenta come un’alternativa sostenibile all’overtourism. Valorizzando i prodotti locali e le tradizioni culinarie, questo tipo di turismo disperde i flussi turistici, sostiene le economie locali e riduce l’impatto ambientale. Tuttavia, per garantire la sua sostenibilità a lungo termine, è necessario investire in qualità e personale
Il turismo enogastronomico rappresenta un’opportunità unica per ripensare il modo di viaggiare e di relazionarsi con i territori, ma anche per evadere dalle mete più inflazionate, spesso colpite anche dal fenomeno dell’overtourism. Valorizzando le eccellenze locali, promuovendo la sostenibilità e coinvolgendo le comunità, si può contribuire a costruire un futuro più sostenibile per il turismo.
Perché il turismo enogastronomico combatte l’overtourism
Città d’arte sovraffollate, spiagge inquinate e comunità locali sotto pressione rappresentano una sfida urgente per il settore turistico. In questo contesto, il turismo enogastronomico emerge come un’alternativa capace di coniugare piacere del gusto, scoperta di territori e rispetto per l’ambiente. Il turismo enogastronomico, infatti, invita a rallentare i ritmi, a immergersi nelle tradizioni culinarie di un luogo, a entrare in contatto diretto con i produttori locali. Questa esperienza più autentica e coinvolgente offre numerosi vantaggi. Valorizzando territori meno noti e promuovendo itinerari enogastronomici, si alleviano le pressioni sulle destinazioni più popolari.
Ma non è solo l’energia elettrica a pesare. Il trasporto aereo e marittimo, che portano milioni di turisti ogni anno, contribuiscono in modo significativo alle emissioni di gas serra. Le navi da crociera, vere e proprie città galleggianti, sono tra i maggiori inquinatori del pianeta.
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In questo senso, il turismo enogastronomico ha il vantaggio di essere più a misura non solo delle persone, ma anche dall’ambiente. Senza contare che l’enogastronomia sta trainando l’economia del nostro Paese, non solo nei grandi centri urbani ma anche nei borghi più piccoli. Secondo stime Coldiretti, oltre un terzo del budget vacanziero (che in totale sfiora i 10 miliardi di euro) è di fatto destinato a pranzi, cene e all’acquisto di prodotti tipici locali.
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Fonte: Italia a Tavola