Il Pistacchio di Raffadali DOP sarà accompagnato dal Passaporto Digitale, sistema di tracciabilità rilasciato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
È una DOP a produzione limitata. Anzi limitatissima: 150 quintali in tutto che, al momento, si realizzano in circa 150 ettari. Da quest’anno il prodotto sarà accompagnato dal passaporto digitale, un bollino numerato rilasciato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato in cui è stampato un QR-code che rimanda all’azienda produttrice e consente di accedere a tutte le informazioni, i dati e le caratteristiche che garantiscono l’unicità del prodotto.
Parliamo dell’oro verde di Raffadali, quel pistacchio che ha ottenuto la DOP solo da tre anni (era il 22 marzo 2021 quando è stata pubblicata la registrazione del nome Pistacchio di Raffadali DOP sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea) e il cui consorzio di tutela lo scorso anno ha ottenuto il riconoscimento ministeriale. A spiegare i motivi che hanno indotto il Consorzio a scegliere la strada del passaporto digitale interviene il presidente Calogero Frenda: “Facendo tesoro delle problematiche emerse nell’azione di tutela e garanzia di prodotti simili al nostro, abbiamo deciso di intraprendere un progetto che renderà ancora più autentico il nostro prodotto”. Insomma, si tenta di bloccare sul nascere lo scetticismo e il chiacchiericcio che hanno investito il pistacchio di Bronte la cui DOP, forte di un riconoscimento con maggiore anzianità, ha solleticato gli interessi di molti mistificatori difficili da stanare.
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Fonte: CorriereOrtofrutticolo.it