Uno studio condotto dal Politecnico di Milano analizza 20 articoli scientifici per capire il ruolo del marchio IG rispetto alla sostenibilità ambientale
La decarbonizzazione e l’uso efficiente delle risorse naturali sono temi chiave nelle ricerche e nei programmi a livello internazionale, europeo e nazionale. Com’è noto, la produzione alimentare comporta un grande consumo di risorse e ha un forte impatto sull’ambiente ed è allo stesso tempo molto vulnerabile ai cambiamenti climatici, come l’aumento delle temperature e gli eventi meteorologici estremi. Per ridurre la pressione ambientale, il sistema alimentare europeo dovrebbe rivedere i metodi di produzione al fine di migliorare la sostenibilità sociale, economica e ambientale.
Le Indicazioni Geografiche (IG) sono elementi fondamentali del settore agroalimentare europeo, in particolare per i Paesi mediterranei (Italia, Francia, Spagna). Nonostante non sia facile stabilire un forte legame causa-effetto, anche perché gli effetti possono variare in base alle caratteristiche del prodotto e della provenienza, vari studi hanno dimostrato i potenziali benefici sociali ed economici delle IG per i territori d’origine. Dal punto di vista economico, un prodotto con IG può avere un prezzo finale più alto, in media 2,07 volte in più di quello dell’analogo prodotto senza IG. Se questo valore aggiunto è distribuito equamente lungo la filiera, i produttori possono incrementare il loro reddito. Inoltre, i prezzi dei prodotti IG tendono ad essere meno volatili rispetto a quelli dei prodotti convenzionali. La presenza di una IG può anche aiutare nella difesa di prodotti di nicchia e offrire ai produttori accesso a nuovi mercati, grazie a un maggior riconoscimento da parte dei consumatori. Questi ultimi, infatti, sono disposti a pagare di più per i prodotti IG, a patto che siano ben informati sulla certificazione. Le IG possono anche aiutare a proteggere le tradizioni locali e il know-how, promuovendo il patrimonio culturale e gastronomico.
Questo può contribuire a diversificare le attività rurali, aumentare l’occupazione locale e contrastare l’abbandono delle aree agricole. Nelle zone rurali, le IG sono essenziali per lo sviluppo sostenibile e possono incrementare il turismo in ingresso, creando più posti di lavoro e vivacità nelle comunità. Questi effetti possono variare in base alle caratteristiche del prodotto e del territorio di origine.
Tuttavia, mentre i benefici economici e sociali delle IG sono ben documentati, il loro potenziale impatto sulla sostenibilità ambientale è meno studiato. La relazione tra IG e ambiente è complessa e non c’è consenso sul loro impatto positivo, neutro o negativo sull’ambiente. Inoltre, i produttori e i Consorzi di IG tendono a non considerare sistematicamente la sostenibilità ambientale. Infine, solo recentemente il regolamento europeo ha introdotto aspetti ambientali nelle IG. Una delle novità del nuovo regolamento è la possibilità per le organizzazioni di produttori di includere criteri di sostenibilità all’interno dei disciplinari.
Per questi motivi, l’obiettivo di questo studio è quello di analizzare la ricerca scientifica esistente sulle IG in relazione alla sostenibilità ambientale, cercando di fornire un contributo utile alle istituzioni europee preposte e anche un supporto per decisori e produttori interessati a valorizzare la sostenibilità ambientale dei prodotti IG.
Silvia Falasco, dottoranda di ricerca presso il Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle costruzioni e Ambiente costruito del Politecnico di Milano e si occupa di valutazione degli impatti ambientali dei sistemi agroalimentari
Paola Caputo, professoressa Associata di Fisica Tecnica Ambientale presso il Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle costruzioni e Ambiente costruito, Politecnico di Milano
Paola Garrone, professoressa Ordinaria di Business and Industrial Economics presso il Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano
Metodologia
Per rispondere alle domande della ricerca, è stata condotta una rassegna sistematica della letteratura scientifica all’interno del database Scopus, utilizzando alcune parole chiave come ”sostenibilità”, ”ambiente”, ”Indicazioni Geografiche”. È stata così ottenuta una prima lista di 672 articoli, che sono stati poi filtrati con criteri specifici (lingua, tipo di pubblicazione, disciplina, ecc.). Sono stati quindi selezionati e analizzati manualmen te 50 articoli e, di questi, sono stati esclusi quelli che si concentravano solo su un singolo prodotto IG come caso studio (senza trarre conclusioni generali sulla sostenibilità dell’Indicazione Geografica) o che trattavano esclusivamente aspetti sociali, culturali o economici della sostenibilità, senza affrontare questioni ambientali. Questo processo ha portato ad una lista finale di 20 articoli significativi, che sono stati esaminati nel dettaglio. Sono state dapprima analizzate le parole chiave presenti nei titoli e negli abstract attraverso una word cloud, per identificare somiglianze e differenze tra gli articoli selezionati.
Successivamente sono state effettuate due tipi di analisi, deduttiva e induttiva. La prima ha permesso di categorizzare gli impatti delle IG sull’ambiente utilizzando gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) come categorie di riferimento. Per ogni SDG è stata valutata la presenza di parole selezionate all’interno dei 20 articoli, per capire se le IG abbiano un impatto positivo o negativo sulla sostenibilità ambientale. L’analisi induttiva è stata invece effettuata per individuare alcuni fattori che possono influenzare la presenza di impatti positivi sull’ambiente.
Risultati
Analisi della word cloud
Le parole più utilizzate negli articoli selezionati sono “IG” e i suoi sinonimi, seguite da “DOP”, “ambientale”, “prodotti”, “cibo” e “sostenibilità”. La parola “cibo” appare in quasi tutti gli abstract, tranne in cinque dove sono presenti termini specifici come “olio d’oliva” e “agrumi”. Le parole “ambientale” e “sostenibilità” non sono presenti in tutti gli abstract in quanto sostituite a volte da termini più specifici come ad esempio “risorse naturali”, “inquinamento” o “sviluppo rurale”.
Impatti ambientali delle IG
L’analisi dettagliata degli effetti delle IG sugli SDG e i relativi target mostra un quadro complesso. Valutare gli impatti ambientali delle IG è difficile perché ognuna di esse ha caratteristiche uniche e un diverso rapporto con il territorio, il che può influenzare gli impatti sull’ambiente. Inoltre, all’interno della stessa IG, possono esserci diversi metodi di gestione e di produzione, soprattutto se le regole all’interno del disciplinare non sono rigide. È quindi complicato generalizzare gli effetti delle IG. Gli studi analizzati mostrano risultati contrastanti: gli impatti delle IG possono essere sia positivi che negativi, anche valutando lo stesso SDG. Ad esempio, la certificazione IG può portare ad una maggiore efficienza nella produzione in alcuni casi e ad una minore efficienza in altri. Le IG possono promuovere le innovazioni ambientali in certi contesti, ma limitarle in altri, ad esempio a causa degli oneri amministrativi aggiuntivi. Possono anche contribuire alla conservazione della biodiversità in alcuni casi, ma favorire alcune specie o varietà rispetto ad altre, in altri contesti. Tutti gli effetti ambientali trovati all’interno dei 20 studi sono riassunti nella Tabella 1.
Analisi dei fattori abilitanti
Sono stati individuati alcuni fattori che possono promuovere gli effetti positivi delle IG sull’ambiente:
- Completezza del disciplinare: regole più rigide possono migliorare le performance ambientali.
- Consapevolezza ambientale dei produttori: i produttori consapevoli usano meglio le risorse per preservare la qualità del prodotto.
- Cooperazione e ruolo delle istituzioni: il coinvolgimento cooperativo dei produttori e il sostegno istituzionale possono migliorare la sostenibilità.
- Legame con il territorio: una forte connessione con il territorio migliora sia le performance economiche che quelle ambientali.
Conclusioni
Sebbene le IG non siano state originariamente introdotte per migliorare la sostenibilità ambientale, attraverso modifiche limitate potrebbero ambire a diventare un marchio che non solo garantisce l’autenticità, ma anche la sostenibilità. Il nuovo regolamento europeo rappresenta un’opportunità preziosa grazie alla possibilità di aggiungere criteri di sostenibilità all’interno del disciplinare. Diversi parametri potrebbero essere introdotti per migliorare le prestazioni ambientali delle IG, tenendo in considerazione la specificità dei diversi prodotti. In questo modo l’introduzione di innovazioni non sarebbe limitata dal disciplinare, ma favorita da esso.
Tuttavia, la sola immissione di criteri di sostenibilità all’interno del disciplinare non è sufficiente per migliorare la sostenibilità ambientale delle IG. Per rendere questi criteri efficaci, devono essere presi in considerazione i quattro fattori menzionati sopra. L’attitudine ambientale dei produttori ha dimostrato di portare a migliori risultati; quindi, dovrebbero essere proposte anche misure formative e altre azioni informative per i produttori stessi, per aumentarne la consapevolezza. Azioni simili dovrebbero essere rivolte anche alle istituzioni locali, per migliorare il supporto che esse possono fornire ai produttori di IG. Anche la cooperazione deve essere sfruttata maggiormente per raggiungere una migliore sostenibilità ambientale nei processi di produzione delle IG. A tal fine, i decisori politici e gli attori economici coinvolti nel processo di riforma dovrebbero sostenere e orientare i produttori di IG che si impegnano a migliorare i legami ambientali con il territorio di origine attraverso delle innovazioni. L’adozione di principi di economia circolare e la progettazione e implementazione di flussi di materiali ed energia più sostenibili all’interno dei Consorzi possono essere un modo significativo per aumentare la sostenibilità dei processi attraverso la cooperazione. Inoltre, la cooperazione tra produttori e centri di ricerca o start-up potrebbe essere vantaggiosa per l’adozione di soluzioni innovative sotto il profilo ambientale.
La forte connessione delle IG con il loro territorio e le pratiche di sostenibilità ambientale, una volta implementate, devono essere comunicate efficacemente ai consumatori, aumentando la competitività di tali prodotti. L’introduzione di criteri di sostenibilità all’interno del disciplinare può essere un modo per ridurre le esternalità ambientali della produzione delle IG, ma anche per migliorare le prestazioni economiche. Per fare questo sono necessari nuovi studi sulle possibili strategie di gestione ambientale nei contesti reali delle IG, per capire come migliorare questi prodotti e aumentare l’efficacia della certificazione.
Titolo
Can Geographical Indications promote environmental sustainability in food supply chains? Insights from a systematic literature review
Autori
Falasco S., Caputo P., Garrone P.
Fonte
Journal of Cleaner Production, vol. 444, 141100
https://doi.org/10.1016/j.jclepro.2024.141100Abstract
La letteratura scientifica e la regolamentazione riconoscono gli impatti sociali ed economici positivi delle produzioni alimentari locali, in particolare per i prodotti ad Indicazione Geografica, ma il loro rapporto con la sostenibilità ambientale resta ancora da indagare meglio. L’attuale riforma europea del sistema delle Indicazioni Geografiche sta adottando la tutela dell’ambiente come uno degli obiettivi principali, in conformità con le strategie Green Deal europeo e Farm to Fork. In questo contesto, il presente articolo si propone di mostrare come i pro- dotti alimentari a Indicazione Geografica siano legati alla sostenibilità ambientale attraverso una revisione sistematica della letteratura. In primo luogo, le pubblicazioni rilevanti vengono analizzate e classificate facendo riferimento al quadro degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG). I risultati mostrano un quadro contraddittorio per quanto riguarda le implicazioni positive e negative della produzione di Indica- zioni Geografiche per le diverse componenti della protezione ambientale (ad esempio, SDG 9 o SDG 12). In secondo luogo, l’analisi della letteratura identifica quattro caratteristiche (vale a dire la specificazione del prodotto, la coscienza ambientale dei produttori, il ruolo delle istituzioni e il legame con il territorio) delle Indicazioni Geografiche che possono mitigare le pressioni ambientali, quando presenti. Infine, dopo l’analisi dell’attuale ed emergente regolamento europeo sulle Indicazioni Geografiche, vengono avanzati suggerimenti politici. In par- ticolare, per migliorare la sostenibilità ambientale dei prodotti a Indicazione Geografica, dovrebbero essere introdotti obiettivi ambientali espliciti nel disciplinare dell’Indicazione Geografica, mentre dovrebbero essere rafforzati la consapevolezza dei produttori, la cooperazione multidimensionale e il legame con il territorio.
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A cura della redazione
Fonte: Consortium 2024_02