I consumatori preferiscono acquistare meno alimenti, ma più pregiati per produzione e tracciabilità. Così si rafforzano i consorzi di tutela che rappresentano la quasi totalità della Indicazioni Geografiche. E oggi a Bologna alcune di queste eccellenze sono protagoniste nel nuovo menù MySelection realizzato da McDonald’s in collaborazione con Fondazione Qualivita.
La qualità, a tavola, vince sulla quantità. Lo scorso anno i consumatori italiani nella Grande distribuzione organizzata (GDO) hanno preferito acquistare meno alimenti (-1,7% la perdita in volume), ma di maggiore qualità (+8,3% la crescita in valore).
È quanto emerge dall’indagine Nielsen presentata al recente Cibus, il salone del cibo a Parma, da Origin Italia, l’Associazione italiana consorzi Indicazioni Geografiche che rappresenta 80 consorzi di tutela, ovvero oltre il 95% del valore delle Indicazioni geografiche italiane. Ed è proprio questo “Favoloso mondo di DOP e IGP“, titolo dell’indagine presentata, ad aver fatto la differenza, non solo a livello di acquisti (DOP +9,1% in valore; IGP +0,5% in valore), ma anche stimolando la scelta e il consumo di prodotti basati sull’utilizzo e valorizzazione di cibi tracciati e controllati come ingredienti.
E tra queste eccellenze nel paniere, oggi a Bologna, brilla la Pera dell’Emilia Romagna IGP, protagonista di My Selection la nuova linea di McDonald’s.
Ma tra i consumatori di ogni età e cultura che girano fra i banchi dei supermercati regna una certa confusione. Come ci si può orientare fra sigle/etichette dei nostri magnifici 326 cibi eccellenti? E se si considerano i vini (529) e gli spirits (35) arriviamo a 890 prodotti garantiti e protetti: “Sono certificazioni di qualità per prodotti agroalimentari dell`Unione europea, che vengono riconosciute sotto forma di marchi di qualità”, spiega il direttore di Origin Italia, Mauro Rosati.
“Queste denominazioni, esibite in etichetta o sulla confezione, garantiscono l’origine e la qualità dei prodotti, che risultano di conseguenza alimenti protetti a livello comunitario mediante forme di tutela e disciplinari di produzione e relativi controlli. I due marchi hanno in comune un imprescindibile legame con il territorio: sono il clima, i fattori naturali, la manualità locale e le tecniche di produzione artigianali della zona di produzione a rendere unico, tipico e inimitabile un alimento. Dove su tutto è imprescindibile il fattore umano”, sottolinea Rosati.
E al di là del colore scelto per i due bollivi di qualità (il primo è blu, l’altro è rosso) esiste una differenza fondamentale tra marchio DOP e marchio IGP: «per i prodotti DOP l’intero processo di produzione, trasformazione ed elaborazione della materia prima deve avvenire all’interno dell’area geografica individuata dal disciplinare”, spiega Rosati, “mentre per i prodotti IGP è sufficiente che almeno una delle fasi di lavorazione si svolga nella zona di produzione. Il criterio di riconoscimento della DOP è quindi più restrittivo rispetto a quello dell’IGP che ammette, per esempio, la provenienza della materia prima da zone anche lontane da quelle di trasformazione o parte della lavorazione fuori dal territorio d’elezione”.
Esempi concreti in tavola? “La Bresaola IGP della Valtellina e il Parmigiano Reggiano DOP“, risponde il direttore, “la bresaola può essere prodotta solo in Valtellina, da salumifici situati sul territorio della provincia di Sondrio, poiché il clima unico di questa zona è un fattore indispensabile per la stagionatura della bresaola, ma l’allevamento dei bovini che forniscono la materia prima di questo salume avviene anche al di fuori di tali confini, in Italia e all’estero, sempre sottostando ai rigidi controlli di qualità lungo tutta la filiera. Per il Parmigiano Reggiano DOP, invece, tutte le fasi di trasformazione. dall’inizio alla fine, devono essere nell’area geografica fissata dal disciplinare, in questo caso le province di Parma, Reggio Emilia e una parte di Bologna”.
Differenze e similitudini unite dal filo (verde) della sostenibilità che caratterizza la sigla IG, Indicazione geografica, ufficializzata pochi giorni dall’Unione europea ed entrata a pieno titolo nella squadra delle premiate eccellenze enogastronomiche, grazie appunto alla riforma europea del settore, che proprio il 13 maggio scorso, è entrata in vigore, il cui relatore è stato l’onorevole Paolo De Castro.
“Una tappa storica per il comparto che vede centrale il ruolo della Commissione europea nello sviluppo economico del sistema Ig, importante voce economica, oltre che sociale e rappresentativa del made in Italy”, racconta il presidente di Origin Italia, Cesare Baldrighi.
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Svelate le nuove ricette di McDonald’s
La multinazionale degli archi d’oro si è ibridata con le culture e le colture dei luoghi in cui è arrivata. Per l’Italia McDonald’s ha un progetto specifico, che si chiama My Selection, una linea premium di burger che valorizza DOP e IGP italiane.
In questa nuova edizione (la sesta, la prima nel 2018) presentata stamani a Bologna, sono tre le ricette studiate con la collaborazione dello chef Joe Bastianich: My Selection Parmigiano Reggiano & Salsa alla Pera, con carne 100% bovina da allevamenti italiani, Parmigiano Reggiano DOP, salsa alla Pera dell’Emilia Romagna IGP e senape, salame italiano piccante affumicato; My Selection Pecorino Toscano Dop & Salsa Yuzu, con petto di pollo 100% italiano, Pecorino Toscano DOP, salsa all’agrume yuzu e pancetta italiana affumicata; My Selection BBQ, con carne 100% bovina da allevamenti italiani, coleslaw (insalata di verdure tagliate a julienne), salsa BBQ con Aceto Balsamico di Modena IGP.
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Dal 2008 il colosso made in Usa collabora con Fondazione Qualivita, con Origin Italia e con i Consorzi di Tutela in una partnership virtuosa che da un lato vuole diffondere la conoscenza e favorire la diffusione di prodotti DOP e IGP nostrani soprattutto fra i più giovani, dall’altro supportare le filiere certificate, soprattutto quelle che stanno cercando di far fronte a cali di produzione, dovuti per esempio a siccità e alluvioni. “Siamo orgogliosi di riconfermare, con My Selection, il nostro ruolo accanto ai consorzi di tutela del nostro Paese”, commenta Favaro, “questa partnership, coadiuvata dalla Fondazione Qualivita, ha per noi una grande rilevanza perché ci consente di rendere accessibili a tantissime persone prodotti DOP e IGP eccellenti e di investire nelle aziende agroalimentari italiane supportando anche filiere in difficoltà”.
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Fonte: La Repubblica