“La nuova regolamentazione sulle indicazioni geografiche adottata dalla Unione europea rappresenta un miglioramento delle condizioni in cui operare per continuare a crescere e a rafforzarci.
Come Consorzio di tutela dell’Agnello di Sardegna IGP, plaudiamo all’iniziativa, consapevoli che siamo sulla buona strada per rendere ancora migliore la valorizzazione e tutela delle eccellenze a marchio”. È il commento di Battista Cualbu e Alessandro Mazzette, rispettivamente presidente e direttore del Contas dopo l’entrata in vigore, il 13 maggio scorso del regolamento delle Indicazioni Geografiche in Italia, il cui testo è stato pubblicato il 23 aprile in Gazzetta Ufficiale Europea. In particolare il nuovo regolamento incide su alcuni aspetti che gli stessi consorziati considerano dirimenti nell’accrescere la tutela della origine del prodotto.
Il testo, all’articolo 37, introduce infatti l’obbligo di indicare il nome del produttore sull’etichetta dei prodotti IG nello stesso campo visivo dell’Indicazione Geografica. “Una novità che accogliamo più che positivamente, che va a tutelare le nostre aziende che in questo modo possono beneficiare di un ulteriore avvicinamento al consumatore che sa cosa compra e da quale azienda è stato prodotto. In questi anni abbiamo assistito a un fenomeno crescente (accertato e stoppato dai nostri agenti vigilatori), amplificato anche dai social e dalla rete, che riguarda l’utilizzo del nome Agnello di Sardegna IGP su prodotti che invece non lo erano. Da una parte sappiamo che il lavoro di promozione in tanti anni ha portato a una identificazione del prodotto da parte di un numero di consumatori sempre crescente che ricerca il marchio. Dall’altra siamo consapevoli del rischio che questo comporta, ossia tentativi di contraffazione e conseguente imbroglio del consumatore”. Il Contas considera uno strumento importante anche tutta la parte della nuova normativa che vieta l’utilizzo del nome del prodotto nella registrazione dei domini on line, “è una garanzia e uno strumento che permette di evitare confusione nel consumatore finale” spiega Battista Cualbu.
Parte che riguarda le aziende è invece l’attenzione che il nuovo testo riserva al riconoscimento delle pratiche sostenibili: “Il marchio di tutela dell’agnello di Sardegna Igp convince i consumatori anche perché rappresenta una filiera sostenibile. Si tratta di allevamenti estensivi che provengono da una tradizione economica che ha forgiato l’identità culturale della Sardegna. E nel testo si sottolinea questo aspetto che è un punto a nostro favore – spiega ancora Cualbu – prevede infatti che i produttori possano valorizzare le azioni relative alla sostenibilità ambientale, economica o sociale, compreso il benessere degli animali”.
A cornice di un quadro oggettivamente migliorato, si inserisce la possibilità, negli articoli 32 e 33 di rafforzare il ruolo e i poteri dei Consorzi di tutela, riconoscendo ulteriori attività rispetto a quelle attualmente svolte. I consorzi potranno prevedere azioni di promozione e gestione delle attività di turismo enogastronomico. “Una possibilità in più per i consorziati che in un ambito di diversificazione dell’offerta dei prodotti – spiega infine Alessandro Mazzette – e dei servizi che si possono dare in azienda, accrescono gli strumenti entro i quali operare. Siamo sicuramente ottimisti del fatto che una volta che lo Stato italiano aggiornerà la sua normativa per adottare queste importanti novità, e regolamenterà l’applicazione delle novità introdotte nella gestione delle attività, avremo un Consorzio che metterà a disposizione dei soci ulteriori risorse. Un valido aiuto per l’economia con il risultato della protezione della nostra IGP”.
Argomento che sarà affrontato durante l’Assemblea di Origin Italia, ossia l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche, che si terrà a Villasimius il 31 maggio prossimo.
Fonte: Consorzio di tutela dell’Agnello di Sardegna IGP