L’intelligenza artificiale per scovare i casi di prodotti falsi o di italian sounding: la mossa del Consorzio della Bufala Campana. Il direttore Saccani: “Così si protegge la filiera e si spinge l’export”.
La Mozzarella di Bufala Campana DOP vuole stare al passo con i tempi. Non solo dal punto di vista organolettico e gustativo, ma anche per quanto riguarda la tecnologia.
Seguendo questo principio, il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana DOP ha cominciato a utilizzare l’intelligenza artificiale con lo scopo di vigilare sui prodotti “falce” e contrastare il fenomeno dell’italian sounding.
È il primo Consorzio in Italia a sviluppare un progetto simile: il sistema, rinominato Nina, è stato realizzato da Farzati, azienda che sviluppa tecnologie per la tracciabilità e la sicurezza alimentare.
“Con questo progetto vogliamo tutelare i tre assi del nostro business: la Mozzarella di Bufala Campana DOP come denominazione, tutta la filiera e il consumatore finale – spiega Pier Maria Saccani, direttore del Consorzio che conta 85 soci tra Campania, Lazio, Puglia e Molise -. Cerchiamo anche di non invecchiare precocemente: vogliamo stare al passo con le tecnologie, anche se siamo un prodotto tradizionale”.
A testimonianza di questo duplice obiettivo, dal 2014 la mozzarella di bufala è l’unico prodotto DOP in Europa ad avere un sistema di tracciabilità stabilito da un decreto legislativo: gli attori della filiera sono tenuti a registrare su una piattaforma informatica quanto è stato prodotto, trasferito e trasformato, proprio a garanzia di allevatori, produttori e consumatori.
[…]
Fonte: Corriere della Sera – L’Economia