Olio Extra Vergine d’Oliva: certificazioni di qualità come il marchio DOP e la tracciabilità dal campo alla bottiglia hanno un costo, ma la qualità è garantita ai consumatori.
La qualità si paga. Facile a dirsi, più difficile spiegarlo ai consumatori che, stretti tra inflazione e stipendi o pensioni che non aumentano, spesso sono costretti a scegliere, controvoglia, il prodotto meno caro sullo scaffale del supermercato.
Parliamo, nello specifico, dell’olio extravergine d’oliva. Un alimento che nel Nord Est viene declinato in eccellenze come la DOP Garda, la DOP Veneto, la DOP Tergeste ed è coltivato in una larga fascia della collina friulana “i soli uliveti del pianeta a Nord del 46esimo parallelo”, come sottolinea con orgoglio il presidente del Consorzio produttori olio extravergine di oliva Fvg Bruno Della Vedova.
Il prezzo, dicevamo. Se si vuole avere sulla tavola un olio certificato, analizzato nelle sue caratteristiche organolettiche e chimiche e pure tracciato dal campo alla bottiglia, è necessario spendere.
“L’ultima annata è stata scarica – racconta l’avvocato Simone Padovani, presidente del Consorzio tutela Olio Garda DOP – e così ne ha risentito anche il costo finale, che si aggira attorno ai 16-18 euro per mezzo litro. Certo poi ci sono brand specifici, all’interno del Consorzio, che possono praticare prezzi più elevati per determinati olii di nicchia. Il numero dei nostri associati è di 469 di cui 270 in provincia di Verona, 108 bresciani e 91 trentini. La quantità di Olio Extra Vergine di Oliva Garda DOP, nelle annate di carica, si attesta in media intorno ai 3.300/3.500 quintali. Siamo conosciuti e apprezzati perché il nostro olio ha una “dolcezza” tipica, che non ha paragoni in Italia, ma ha pure un retrogusto che lascia una punta di piccante”.
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Fonte: Messaggero Veneto