Ortofrutticoli invenduti e prezzi in caduta libera. Dai mercati generali di Palermo e Villabate, oggi i produttori di ortaggi sono tornati afflitti e sconsolati.
Gli agricoltori di Sciara, Comune prettamente agricolo delle basse Madonie, che insieme a Cerda rappresenta l’importante polo orticolo della piana di Buonfornello in provincia di Palermo, sono letteralmente alla canna del gas.
E la loro preoccupazione è salita dopo avere visto con i propri occhi il mercato generale di Palermo letteralmente intasato dagli ortaggi tipici del periodo. Nei box giacciono invenduti ben 6 mila mazzi di carciofi, quelli della pregiata varietà “spinoso palermitano”.
Pochi mazzi (ciascuno ne contiene venti) hanno trovato acquirenti e sono stati pagati da un minimo di 7 a un massimo di 10 euro. Prezzo per capolino oscillante tra 35 e 50 centesimi.
Peggio va per i broccoletti e per i broccoli: i primi sono rimasti tutti invenduti, i secondi pagati a 50 centesimi, ma sono stati acquistati solo quelli di prima scelta. Gli altri giacciono tristemente invenduti nei magazzini dei commissionari.
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Non va meglio nemmeno per produzioni “blasonate” come il pomodoro di Pachino Igp. “I prezzi riconosciuti alla produzione in questo periodo coprono a mala pena i costi di produzione”, spiega Sebastiano Fortunato, già presidente del Consorzio di Tutela del Pomodoro Igp Pachino che, in attesa del rinnovo della massima carica sociale del Consorzio, ricopre al momento la carica di consigliere.
Per il prodotto certificato che ha portato a far conoscere Pachino e la sua collocazione nella carta geografica, i prezzi riconosciuti ai produttori sono stracciati e quasi mortificanti: tra 1 euro e 1,20 al chilogrammo per il tipo Piccadilly e tra 1,20 e 1,50 per il ciliegino. Qualcosa in più per il datterino: tra 1,40 e 1,60 euro al chilo.
“Sul mercato italiano che finalmente ha cominciato a riconoscere e apprezzare la qualità del pomodoro di Pachino Igp, ci si scontra con la concorrenza sleale delle produzioni del bacino del Mediterraneo – afferma Fortunato. Su quello europeo, invece – conclude – il pomodoro di Pachino Igp è ancora troppo poco conosciuto per potere essere apprezzato”. Il lungo percorso dell’internazionalizzazione è da poco cominciato e, se proseguito, potrebbe dare presto i primi risultati sperati”.
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Fonte: Corriere Ortofrutticolo
Crediti fotografici: Jacopo Maia