Nel Cerasuolo di Vittoria DOP crescono l’interesse per il vitigno Frappato, per il biologico e l’attenzione verso l’ospitalità in cantina. Con l’obiettivo di un Parco Territoriale
È stata la prima – e tuttora è l’unica – Docg della Sicilia, abbraccia tre province e un territorio da sempre amato dal grande pubblico per la bellezza del suoi borghi, dei suoi paesaggi e delle sue coste.
Da tempo si propone sul mercato con vini fortemente territoriali, che coniugano in blend varietà autoctone differenti ma al tempo stesso complementari, in grado di andare incontro alla richiesta di vini non solo eleganti e freschi nella beva, ma che sanno anche cavalcare il tempo con una certa agilità.
«Inoltre molti dei nostri produttori sono biologici» spiega con una punta di orgoglio il presidente, ormai uscente, del Consorzio di tutela.
E iniziamo allora proprio dal biologico con Achille Alessi, al timone del Consorzio di tutela Vino Cerasuolo di Vittoria Docg da due mandati consecutivi e che è ormai giunto alla fine del suo impegno, dovendo lasciare il ruolo di presidente proprio nel mese di febbraio.
Il biologico è di casa da tempi non sospetti e ormai il 70% dei produttori dell’area ha la certificazione e la restante parte sebbene operi in convenzionale ha una particolare attenzione alle pratiche agricole ecosostenibili.
«Non c’è un’indicazione da parte del Consorzio a questo riguardo. Qui i produttori hanno sempre avuto la capacità di guardare avanti (vedi la Docg arrivata nel 2005 ndr) e anche nel biologico molte aziende hanno iniziato più di 10 anni fa, quando di sostenibilità non se ne parlava. L’idea del rispetto del territorio e fondamentale e da noi, forse, anche perché presenti soprattutto realtà medio-piccole, c’è un’attenzione a questi aspetti quasi naturale». Un territorio, quello di questa zona sud-orientale della Sicilia, dove forse è anche facile fare bio. «Certamente le condizioni climatiche per il bio ci sono tutte. Abbiamo zone collinari, la presenza di venti, il caldo, l’assenza di umidità: sono tutte caratteristiche che ci consentono di poter gestire certi processi con più facilità».
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La leva dell’ospitalità e del turismo enogastronomico
Oggi i vini delle due denominazioni di Vittoria vengono esportati per oltre il 60% in molti mercati esteri, a partire dagli Usa, ma anche nei paesi del Nord Europa e in Giappone.
«Il Frappato si abbina perfettamente con il sushi» ci dice il presidente del Consorzio, che è assolutamente convinto della grande forza di un’altra leva che il territorio sembra stia sfruttando in modo oculato: il turismo enogastronomico.
«Il turismo in queste aree della Sicilia orientale è sempre stato importante, ma nell’area del Ragusano è cresciuto in modo esponenziale. Prima del Covid non era facile trovare un’azienda aperta per fare una degustazione di domenica, oggi, il problema è trovarne una disponibile».
Secondo Alessi il ruolo del Consorzio di tutela non consiste solo nel costante dialogo con i produttori, ma anche con le strutture pubbliche.
«Stiamo portando avanti il progetto per la realizzazione del Parco Territoriale del Cerasuolo di Vittoria Docg e Vittoria Doc, che nasce con l’idea di salvaguardare e rispettare il territorio». Si tratta di un progetto che vede collaborare il GAL Valli del Golfo con il Consorzio di tutela Cerasuolo di Vittoria Docg e Vittoria Doc, l’assessorato regionale all’Agricoltura e l’IRVO.
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Fonte: civiltadelbere.com