La poca pioggia non è bastata a recuperare le riserve idriche. I vignaioli: “In profondità il terreno è polvere” L’appello: “L’unica soluzione è una rete di invasi”. E a Monforte un gruppo di aziende studia un micro-bacino.
Pioggia attesa e benedetta. “Dicono che il segreto della felicità sia accontentarsi.” Osserva Paolo Boffa, presidente della cantina cooperativa Terre del Barolo, che riunisce oltre 300 soci viticoltori. “Dunque, accontentiamoci di ciò che sta arrivando dal cielo, sperando che continui ancora e aumenti di intensità”. Anche perché le vigne di Langa e Roero ne avevano proprio bisogno: mai viste le colline del vino avere così sete di acqua.
Ma tra i filari la calma è solo apparente. In assenza della neve, la poca pioggia che è scesa finora non è affatto bastata a recuperare le riserve idriche necessarie in profondità e i terreni sono ancora sofferenti.
Se non arriveranno altre perturbazioni o nevicate, la situazione in primavera sarà tutt’altro che rosea. “Basta dare un’occhiata dove si fanno gli scassi per impiantare nuovi vigneti. – dice Boffa – Il terreno in profondità non è solo asciutto, è addirittura polvere“.
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Il Consorzio del Barolo e Barbaresco ha messo sul tavolo una proposta che sta facendo molto discutere i produttori: l’eliminazione del divieto di impiantare vigneti di Nebbiolo atti a Barolo o Barbaresco nei versanti collinari esposti al Nord. “In funzione delle condizioni climatiche che stiamo sperimentando e per fronteggiarne gli effetti, proponiamo questa modifica così da iniziare a ipotizzare soluzioni e adattamenti a problematiche che sono sotto gli occhi di tutti.” spiega il Presidente Matteo Ascheri .
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Fonte: La Stampa – Cuneo