Il Cda del Consorzio propone diverse novità che interessano le zone di produzione e imbottigliamento dei due grandi vini piemontesi. Ora i soci dovranno approvarle, con precise maggioranze basate sulle firme. I produttori dovranno votare anche alcune misure per arginare i cambiamenti climatici e affrontare meglio i mercati
Limitazione della zona di imbottigliamento di Barolo e Barbaresco alla zona di vinificazione, ma non solo. Tra le modifiche ai disciplinari dei due grandi vini rossi piemontesi varate dal cda del Consorzio di Tutela, ci sono anche “l’interscambiabilità e reciprocità tra le due zone, per vinificazione e imbottigliamento, l’eliminazione del divieto di impiantare vigneti di Nebbiolo per Barolo o Barbaresco nei versanti collinari esposti al Nord, l’aggiunta delle menzioni comunali per la denominazione Barbaresco e l’apertura all’utilizzo di grandi formati, superiori ai 6 litri per la vendita”.
Tutti aspetti molto delicati e tecnici, che stanno facendo discutere una base produttiva tra le più frastagliate del mondo del vino italiano, connotata dalla presenza di piccoli e piccolissimi produttori “tradizionali” (e “tradizionalisti”).
Il Consorzio Barolo e Barbaresco: «Ultima parola ai produttori»
Il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani ha diramato una nota proprio per precisare che le proposte di modifica votate dal Cda sono state “approvate per sentire le opinioni e confrontarsi con le idee dei produttori, unici titolari collettivi delle decisioni finali sui disciplinari di Barolo e Barbaresco che il Consorzio tutela”. Un modo esplicito per troncare sul nascere polemiche e strumentalizzazioni già agiatte in zona.
“Su questi punti e modifiche – precisa l’ente – saranno solamente i produttori a prendere una decisione, attraverso gli strumenti disponibili sulla base della legge, ovvero la raccolta firme: 66 % della superficie totale dei vigneti oggetto di dichiarazione produttiva e 51% della produzione imbottigliata nell’ultimo biennio”.
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Fonte: Italiaatavola.it