Marco Caprai, della Cantina Arnaldo Caprai, lavora da 35 anni per valorizzare il Sagranlino di Montefalco e la relativa DOP. Un impegno che, nel tempo, ha portato all’inserimento della denominazione umbra tra i grandi vini rossi italiani, fino alla conquista dei mercati internazionali.
Passato ormai più di mezzo secolo da quando l’imprenditore tessile di successo Arnaldo Caprai acquistò quarantacinque ettari a Montefalco (PG) con l’intento di dare seguito alla storia della sua impresa. Era il 1971 e i primi ettari facevano compagnia a una sola decina di altre realtà vitivinicole del territorio: oggi il numero è decuplicato, come conseguenza del forte interesse del mercato nei confronti dei prodotti di questo areale.
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In Arnaldo Caprai, l’innovazione passa attraverso una sperimentazione continua, sia in campo agronomico che enologico. L’utilizzazione di opportune tecniche agronomiche, la razionalizzazione della gestione fitosanitaria, la limitazione delle concimazioni azotate e lo studio delle migliori situazioni ambientali per la coltivazione del vitigno hanno rappresentato, per il Sagrantino, la via principale per l’ottenimento di uve di qualità all’interno di un processo di sostenibilità produttiva.
Il percorso, iniziato alla fine degli anni Ottanta con l’impianto di numerosi vigneti sperimentali, è oggi fortemente declinato alla sostenibilità della produzione con il programma “New Green Revolution“. Lanciato nel 2007, il progetto sviluppato da sette importanti cantine di Montefalco DOP – ha ottenuto nel 2012 la certificazione da parte di CSQA, diventando il primo protocollo italiano di sostenibilità territoriale certificato in campo vitivinicolo.
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Fonte: VVQ – Vigne, Vino & Qualità