Uno studio della Technical University of Munich, pubblicata sul numero 4 di Cleaner and Circular Bioeconomy (2023) fornisce una sintesi della letteratura scientifica esistente sull’adozione delle Indicazioni Geografiche e di altre etichette di origine da parte delle PMI.
Lo studio di Hofmeier Marion, Menapace Luisa e Rahbauer Sebastian della Technical University of Munich, pubblicata sul numero 4 di Cleaner and Circular Bioeconomy (2023) fornisce una sintesi della letteratura scientifica esistente sull’adozione delle Indicazioni Geografiche e di altre etichette di origine da parte delle piccole e medie imprese del settore alimentare, indagnado le scelte che spingono le aziende ad adottare questa tipologia di tutela.
La ricerca è basata su un’ampia revisione della letteratura, fornisce una sintesi dei risultati empirici esistenti relativi all’adozione delle Indicazioni Geografiche e di altre etichette di origine da parte delle PMI del settore alimentare. Presenta inoltre un quadro concettuale al fine di gettare le basi scientifiche per identificare gli ostacoli affrontati da queste aziende.
I fattori di adozione vengono suddivisi in fattori interni (carattersistiche aziendali, CEO, strategia, etc…) ed esterni (catena del valore, concorrenti, consumatori, policy maker, etc…) dal punto di vista dell’azienda. Ulteriori fattori esterni sono l’ambiente istituzionale più ampio in cui opera l’azienda e comprende consorzi e cooperative, società di certificazione e governo.
La letteratura ha identificato gli aspetti economici e di strategia di marketing come fattori critici di adozione e le prove suggeriscono che le motivazioni altruistiche degli amministratori delegati svolgono un ruolo importante. La conoscenza limitata delle indicazioni geografiche e di altri marchi di origine e lo sforzo richiesto per ottenere/utilizzare tali marchi sono stati identificati come un ostacolo significativo all’adozione.
Questo articolo si conclude con raccomandazioni per i licenzianti dei marchi e, più in generale, per i policy maker. Per livelli più elevati di adozione delle etichette è necessaria una migliore comunicazione lungo la catena del valore.