Vino. Alcune norme allo studio hanno suscitato un dibattito tra i produttori ma dai casi storici di Tocai e Prosecco è ormai consolidato il principio che solo le indicazioni geografiche possono essere protette
“I nomi dei vitigni sono termini generici e non possono in alcun modo essere riservati in esclusiva ai produttori di una singola area geografica”. A chiarire in modo definitivo l`ultima battaglia che si è scatenata nel mondo del vino italiano è il segretario generale dell’Unione italiana vini, Paolo Castelletti.
Un principio che sembrava assodato visto che da anni i vitigni che una volta erano francesi (Cabernet, Merlot, Chardonnay) sono diventati “varietà internazionali” perché piantati a ogni latitudine hanno prodotto vini premiati dal mercato (dal Pinot Nero Usa agli Chardonnay sudafricani). Le caratteristiche di un vino sono date dall`interazione dei vitigni con i diversi territori.
Un’ulteriore prova di questa impostazione è data dalla nascita nel 2018 della categoria dei “vini varietali”, ovvero un upgrade dei vini da tavola che resta ben distinto dalle etichette Doc, Docg e Igt per le quali è necessario un legame coi territori. Ma i primi sono liberi mentre solo i nomi geografici, attraverso il sistema dei marchi DOP e IGP, possono essere riservati ai produttori dei differenti territori.
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Fonte: Il Sole 24 Ore