Paolo Barilla (Unionfood): seguire le nuove abitudini dei consumatori
Più sostegno delle istituzioni, ma anche maggiore innovazione da parte delle aziende, per fronteggiare l’invecchiamento della popolazione e combattere la contraffazione, chiede Paolo Barilla, nuovo presidente dell’Unione Italiana Food, l’associazione che riunisce più di 900 marchi e 550 aziende agroalimentari italiane, con oltre wo mila occupati, e rappresenta una quota export di 18 miliardi (+20% sul Dazi). Come dire: un prodotto alimentare italiano su due consumato nel mondo è fatto da Unionfood.
Presidente Barilla, quali sono i principali risultati del Rapporto della Fondazione Edison sull’importanza dei settori di Unionfood per l`economia presentato ieri?
Il rapporto evidenzia che le industrie alimentari hanno un ruolo fondamentale e rappresentativo all’interno del sistema manifatturiero italiano. Dietro al loro successo c’è la sintesi perfetta tra una identità forte e riconoscibile e l’innovazione che permette ai nostri prodotti di rispondere alle mutate esigenze, e alle aspettative del consumatore italiano e internazionale.
Nel 2022 il fatturato di Unionfood è salito a 51 miliardi (+12%), spinto innanzitutto da pasta e caffè. L’aumento riflette le scelte dei consumatori verso prodotti basici contro l’inflazione?
I prodotti alimentari italiani sono ad alto valore aggiunto e i risultati del 2022 riflettono la qualità che il mercato ci riconosce. D’altra parte, veniamo da un anno difficile per l’aumento esponenziale dei costi di produzione, dalle materie prime, ai trasporti, energia e packaging. Abbiamo affrontato queste sfide puntando su qualità, innovazione e sostenibilità. In momenti di diffusa difficoltà economica, il consumatore e le famiglie concentrano le loro scelte sui prodotti di prima necessità.
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Fonte: Corriere della Sera