L’approvazione all’unanimità della riforma del sistema delle Indicazioni Geografiche dell’UE, da parte della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, è stata accolta da un consenso altrettanto unanime in Italia che, con 883 produzioni a Indicazione Geografica, è il Paese più importante del comparto
E proprio dall’Italia sono stati forniti gli spunti per rendere più efficace la riforma. Il nuovo testo, proposto dal relatore Paolo De Castro e approvato il 20 aprile, disciplina in un unico regolamento tre diversi gruppi di Indicazioni Geografiche: i prodotti alimentari, il vino e le bevande spiritose faranno finalmente riferimento ad un unico testo normativo, con maggior facilità di applicazione e interpretazione da parte dei produttori e delle Autorità regolatrici.
Nel testo adottato, rivendica De Castro, “abbiamo introdotto l’obbligo di indicare sull`etichetta di qualsiasi prodotto DOP e IGP il nome del produttore e, per i prodotti IGP, l’origine della materia prima principale. Non solo, su spinta dei nostri produttori di qualità, abbiamo potuto eliminare quelle falle del sistema che consentono di sfruttare indebitamente la reputazione delle nostre indicazioni geografiche, come nel caso dell`aceto balsamico sloveno e cipriota, o addirittura del Prosek made in Croazia. In particolare – spiega l’eurodeputato italiano – è stato chiarito come menzioni tradizionali come Prosek non possano essere registrate, in quanto identiche o evocative di nomi di DOP o IGP.”
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Cesare Mazzetti, Presidente Fondazione Qualivita, sottolinea che “sono fondamentali le innovazioni rispetto alla protezione delle Indicazioni Geografiche da imitazioni, contraffazioni ed evocazioni, con l`inserimento di definizioni più precise che aiuteranno i giudici e le Autorità nel reprimere gli illeciti, anche già perpetrati”.
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Fonte: Giornale dei Distillatori