Il progetto per il recupero delle risorse idriche è pronto da anni e prevede interventi per circa 7,5 miliardi. La Coldiretti: 300mila aziende sono a rischio, servono nuove dighe
Salutare la primavera già spuntando sul calendario i (pochi) giorni di pioggia di quest’inverno siccitoso che rischia di mettere sotto scacco il comparto agricolo. Autunno e inverno sono stati secchi come non mai. L`Italia – soprattutto al Nord – deve fare i conti con un calo medio del 60% delle normali precipitazioni. Il governo ieri è corso ai ripari e ha istituito una Cabina di regia per “l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica”. Tra fiumi ai minimi storici, laghi sotto i livelli record (negativi) e piogge che si fanno attendere le faglie acquifere del Belpaese si stanno prosciugando.
E non è una cosa da poco: secondo l`European Environment Agency (Eea) nel Vecchio continente le falde “forniscono il 65% delle acque potabili e il 25% delle acque per l’irrigazione”. E da noi 300mila aziende agricole, stima Coldiretti, rischiano di non sapere come irrigare i campi. Non stupisce la preoccupazione che serpeggia tra gli agricoltori. Con un allarmante effetto boomerang sulla spesa agroalimentare degli italiani. Insomma, abbiamo bisogno di intercettare tutta l`acqua che il cielo ci manda (oggi ne raccogliamo appena l’11%). E quindi di potenziare la raccolta varando il famoso “piano laghetti”.
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Fonte: Libero Quotidiano