Approvato il documento dello storico vino, nel cuore della zona di produzione del Moscato d’Asti. L’area individuata comprende 17 comuni. Dove, nel 1865 per iniziativa di Carlo Gancia, nacque l’antenato dell’odierno spumante
Canelli, culla del Moscato d’Asti, sarà DOCG. Si è completato l’iter di riconoscimento del disciplinare di produzione dello storico vino e dal prossimo 6 aprile il suo nome sarà “Canelli DOCG”. Le uve da vigneti composti esclusivamente dal vitigno Moscato bianco che potranno accedere alla nuova denominazione di origine controllata e garantita, saranno quelle provenienti da 17 comuni attorno alla sottozona Canelli, punto di passaggio tra Langhe e Monferrato. L’annuncio è stato dato oggi al Vinitaly dal Consorzio Asti DOCG.
LA STORIA
La media rivendicata negli ultimi anni è di circa 100 ettari, per una produzione di quasi un milione di bottiglie, ma l’area offre un potenziale molto più alto. Nel 1865, con Carlo Gancia, a Canelli è nato lo spumante metodo classico, antesignano dell’Asti spumante legato al 100% con le uve di Moscato. Da lì ha avuto origine la filiera della spumantizzazione, che grazie alle tecnologie di elaborazione del vino si esprime oggi nelle tipologie Asti Spumante e Moscato d’Asti. In particolare, la elaborazione di un vino aromatico, dolce, con una leggera sovrapressione e una bassa gradazione saranno i tratti distintivi anche del Canelli DOCG nella tipologia Riserva, che sarà immessa sul mercato non prima di 30 mesi di invecchiamento e affinamento. La coltivazione della vite, e del Moscato è la coltura predominante nell’area di Canelli fin dal 1300. Poi lo sviluppo, soprattutto nei primi anni del ‘900 con Federico Martinotti che perfezionò il procedimento di preparazione del vino destinato alla fermentazione.
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Fonte: Rai News