Il comparto tiene su occupazione e valore al consumo (492 milioni di euro)
Caro prezzi, inflazione e progressivo aumento dei costi produttivi hanno inciso sulla filiera, con una riduzione della domanda e una contrazione dei margini delle aziende certificate. Il Neopresidente del Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina, Mario Francesco Moro: “L’inflazione ha spinto molti consumatori verso prodotti di fascia di prezzo più bassa, ma a volte spendere qualcosa di più per un prodotto di qualità può diventare un buon investimento in termini di praticità di utilizzo e di salute. La bresaola è tra i salumi più salutari, fonte di proteine nobili importanti per l’organismo”
In un anno, si sono prodotti 1 milione di chilogrammi in meno di Bresaola della Valtellina IGP. Il comparto, già messo a dura prova dall’aumento dei prezzi della materia prima, ha dovuto fronteggiare gli effetti perduranti della pandemia, il caro energetico e le ricadute sempre più gravose della crisi russo-ucraina a cui si aggiunge anche l’inflazione, che sta spingendo i consumatori verso prodotti più accessibili dal punto di vista economico.
Nel 2022, la produzione complessiva di Bresaola della Valtellina IGP riferita alle 16 aziende certificate si è attestata a 12.300 tonnellate (-8,2% sul 2021), costituendo la totalità della produzione di Bresaola della Valtellina IGP certificata dall’Organismo di controllo CSQA. In totale, sono state avviate alla produzione poco meno di 35 mila tonnellate di materia prima (-7,8%), di selezionata provenienza europea e mondiale.
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Fonte: Ruminantia.it