Nutriscore, De Castro: «La Commissione ha tolto il tema dall’agenda per i prossimi mesi». La questione sarà sul tavolo delle istituzioni europee nella prossima legislatura.
Stoppato il sistema di etichettatura Nutriscore. La notizia era già nell’aria visto che circa un mese fa era trapelato dalla Dg Sante che la Commissione era orientata su sistemi di etichettatura nutrizionale degli alimenti alternativi al Nutriscore. La conferma è arrivata ieri dall’Europarlamentare Paolo De Castro a margine del XX Forum Coldiretti a Roma: «La Commissione ha tolto dall’agenda per i prossimi mesi la proposta legislativa sull’etichettatura europea nutrizionale che tra le varie proposte comprende anche il famigerato Nutriscore. Si tratta di una notizia estremamente positiva perché rinvia il tutto a dopo il 2024 a causa della scadenza dell’attuale legislatura a fine 2023 e le elezioni l’anno successivo. Questo significa che questa Commissione e questo Parlamento Ue non potranno né proporre né portare a termine alcuna decisione sul tema dell’etichettatura nutrizionale. E questo significa anche che l’Italia e gli altri paesi che non sono convinti di questo sistema avranno più tempo per convincere gli altri ad abbandonare il Nutriscore».
Il risultato va quindi letto in questi termini e cioè di un tempo supplementare per provare a costruire una maggioranza di paesi attorno all’ipotesi di un sistema alternativo. «Questa decisione ha aggiunto ancora De Castro non significa che la Commissione non possa riproporre lo stesso sistema. Ma non vederla nell’Agenda significa che fino all’estate 2023 non ci saranno altre proposte sul tavolo. Di fatto è un tema di cui si occuperanno la prossima Commissione e il prossimo Europarlamento visto che il 31 dicembre 2023 finisce il periodo di azione delle attuali istituzioni europee. Noi – ha aggiunto De Castro – non vogliamo un’etichetta nutrizionale che si ispiri al Nutriscore ma al sistema proposto dall’Italia e cioè il Nutrinform, un sistema che informa. In genere sono dell`idea che non ci sia bisogno di arrivare a un modello uguale per tutti. Ci sono troppe diversità culturali e di stili di vita per avere un unico modello che racchiuda il tutto».
Ma anche l’aspetto di un nuovo ampio tempo supplementare di discussione non è privo di effetti. Il Nutriscore infatti in questi anni al di là dell’Italia aveva accumulato anche altre critiche e contestazioni primo tra tutti il parere fornito dall’Efsa (l’autorità europea sulla sicurezza alimentare che ha sede a Parma) secondo cui il sistema Nutriscore «non assicura una corretta e soprattutto completa informazione ai consumatori».
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Fonte: Il Sole 24 Ore