Economia circolare: il regolamento allo studio della Commissione non divide i Paesi ma sistemi produttivi e movimenti ambientalisti
Due visioni a confronto. Sugli imballaggi, a Bruxelles si apre una partita diversa dal solito, il cui primo atto sarà un documento di proposta della Commissione Ue, documento atteso entro fine mese. Le due visioni a confronto nel secondo pacchetto Economia Circolare allo studio di Bruxelles sono il riciclo degli imballaggi usati contrapposto al riutilizzo delle confezioni.
Finora in sede europea non si sono formati gli schieramenti classici che dividono i Paesi in senso geografico ed economico, i Paesi che consumano contrapposti ai Paesi che producono. Ma con ogni probabilità il dibattito vedrà formarsi nelle prossima settimane la divisione solita, chi produce e chi consuma. Per ora sugli imballaggi la visione è trasversale, quasi sociale, e cioè il modello di società immaginato.
Il commissario europeo al Clima e al green deal, nonché vicepresidente della Commissione, l’olandese Frans Timmermans, ha sposato la causa di alcune associazioni ecologiste e di diversi Paesi nordici verso il riutilizzo degli imballaggi.
Lo fa la virtuosa Danimarca, ma è noto soprattutto il meccanismo tedesco per tutelare dalla concorrenza estera le birre nazionali, attraverso l`obbligo di bottiglie standardizzate per forma e colore, prive di personalizzazioni, che vengono raccolte, lavate, sterilizzate e riutilizzate.
I Paesi a grande tradizione di ricido, come l’Italia, sono su posizioni opposti. A maggior ragione quando si parla di beni deperibili, come gli alimenti, dove ci sono Paesi le cui produzioni agroalimentari sono amate in tutto il mondo e devono poter viaggiare sane, sicure e senza deperire: i prodotti italiani, ma anche quelli spagnoli, francesi o greci. Quel Sud Europa che produce ed esporta cultura alimentare.
Fonte: Il Sole 24 Ore