«Il vino italiano è sotto attacco. Occorre tutelare un settore strategico per il Paese. E bisogna farlo a tutti i livelli, soprattutto in Europa». Federvini lancia l’allarme proprio nel momento in cui anche l’agroalimentare italiano sta facendo i conti con caro tariffe ed inflazione che, tra i campi, finisce per essere sentito anche più che altrove.
«Stiamo assistendo ad un attacco a livello globale sui consumi di alcool ma non all’abuso – ha detto Micaela Pallini, presidente Federvini – ed il problema è che si parla tout court di consumo». «Per le nostre aziende – aggiunge – c’è un evidente danno reputazionale oltre a problematiche economiche che il nostro settore si trova a combattere».
«Il vino è il primo contributore all’export agroalimentare italiano. L’export di vino vale 12 miliardi di euro» ha aggiunto Pallini, spiegando che anche per questo «è portante che i nostri rappresentanti parlino in Europa a voce alta, cosa che non sempre è avvenuto».
Distinzione
Per Federvini, è molto importante che venga compresa la distinzione tra consumo moderato e consapevole e abuso e che questa sia portata avanti dal nostro governo in Europa e all’Oms. «Anche perché il rischio – viene ancora detto – è che il vino possa uscire dagli accordi di libero scambio, se venisse inserito tra i prodotti considerati pericolosi per la salute. Con il vino – ha continuato Pallini, – esportiamo uno stile di vita italiano, infatti in Italia il consumo è soprattutto condiviso e non solitario come in altri Paesi. Quindi si deve puntare a un bere consapevole e responsabile, in abbinamento con la tavola che fa parte della nostra cultura».
Lo scorso anno la produzione italiana, sebbene in calo del 9% a quota 44,5 milioni di tonnellate, si attesta comunque al primo posto mondiale. Seguita dalla Spagna a 39 milioni di ettolitri e un calo del 16% rispetto al 2020. A livello di prezzi, in Spagna vista la discesa della produzione i prezzi restano stabili o con una piccola crescita. La Francia che si ferma nel 2021 a 32,2 milioni di ettolitri, con un calo del 24% rispetto all’anno precedente è scesa al terzo posto anche se con prezzi medi in crescita. La regione in cui si produce il maggior quantitativo di vino è il Veneto (11 milioni di ettolitri circa), seguito dalla Puglia (9,7 milioni di ettolitri) e dall’Emilia Romagna (6,6 milioni di ettolitri). Completano la Top 5, la Sicilia (5,8 circa milioni di ettolitri) e l’Abruzzo (3,1 milioni di ettolitri).
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Fonte: La Verità