La campagna di raccolta della Patata di Bologna DOP, appena conclusasi, ha fatto emergere forti problematiche.
A causa della siccità persistente degli ultimi mesi, associata alle elevate temperature che da maggio ad agosto non hanno dato tregua, la produzione risulterà inferiore di circa un 30% rispetto alla media con pezzature dei tuberi inferiori al normale. La Primura, varietà storica del territorio bolognese ed unica a fregiarsi del riconoscimento DOP, ha quest’anno risentito in modo significativo dell’attacco di alcuni patogeni, in particolare degli elateridi e della Rhizoctonia, che hanno danneggiato il raccolto con perdite medie ulteriori del 30% nella zona di produzione.
La somma dei due fattori citati comporterà di fatto una riduzione di quasi il 50% di prodotto DOP disponibile per la campagna commerciale entrante, con ripercussioni anche sui soci confezionatori che dovranno cernere e selezionare più accuratamente il prodotto. Tutto ciò, associato a un fortissimo aumento dei costi di produzione, ha messo in ginocchio la coltivazione della Patata di Bologna DOP in quanto risulta compromessa la disponibilità da parte dei produttori della provincia a seminare Primura DOP per la prossima campagna 2023.
In aggiunta, questa situazione rischia di vanificare l’azione portata avanti negli ultimi anni dal Consorzio, con risultati significativi in termini di valorizzazione e di diffusione della Patata di Bologna DOP nelle principali insegne distributive italiane e presso i consumatori. In questa situazione, vi è la necessità di prendere misure urgenti ed efficaci per rassicurare i produttori circa la possibilità di produrre Primura DOP a partire dal prossimo anno.
A tal fine il Consorzio di Tutela Patata di Bologna DOP propone di:
- Rendere disponibili uno o più principi attivi in grado di assicurare la difesa della produzione di patate Primura dagli elateridi, nel rispetto della salute dei consumatori, fin dal prossimo autunno. Sarà fondamentale dare questa possibilità prima della pianificazione del periodo di semina per dare un segnale ai produttori.
- Da parte delle istituzioni, attuare misure di supporto alle aziende che hanno avuto danni di grave entità per garantire un reddito fin da questa campagna ai produttori di Patata di Bologna DOP, interessati.
- Accelerare, nei diversi tavoli regionali e ministeriali, il lavoro per la messa a punto di nuovi principi attivi efficaci o di metodi colturali che portino a risultati reali e diano risposte certe per il futuro del settore.
Il Consorzio sta intraprendendo un percorso per suggerire possibili soluzioni a breve ed a medio termine. In tal senso, attraverso il proprio Comitato agronomico, vaglierà la situazione e suggerirà le prime soluzioni per affrontare il tema della difesa della coltura.
In secondo luogo, il Consorzio contatterà le principali aziende produttrici di fitofarmaci, per verificare la situazione in merito a possibili deroghe nell’utilizzo di alcuni di essi, così come accade regolarmente in altri Paesi concorrenti (Spagna).
In terzo luogo, il Consorzio sta sviluppando un progetto per la revisione del processo produttivo della Patata di Bologna DOP con la consulenza della Università degli studi di Bologna, finalizzato a ottimizzare le tecniche agronomiche e la gestione del prodotto in fase di post raccolta, per rendere queste ultime più compatibili con l’ambiente, aumentando la resistenza della Primura ai patogeni. Riteniamo che l’obiettivo per tutti gli stakeholder di filiera sia di mantenere vivo e vitale il sistema produttivo della Patata di Bologna DOP e più in generale della pataticoltura. In tal senso invitiamo tutte le associazioni di categoria, gli Enti ed i soggetti interessati a dare il massimo contributo per risolvere i problemi della filiera pataticola, consapevoli che non rappresenta una sfida esclusiva della stessa o dell’indotto da essa generato, ma riguarda più ampiamente l’interesse del territorio, dei suoi abitanti e dei consumatori italiani.
Fonte: Consorzio di Tutela Patata di Bologna DOP