Parliamo di formaggi tutelati dall’Unione Europea, legati al territorio di origine e ai metodi di lavorazione unici, che sono l’orgoglio dell’agroalimentare nazionale in tutto il mondo.
Antonio Auricchio, storico produttore di pregiati formaggi, che cosa pensa di concetti come “denominazione di origine inventata”? Quell’«inventata» affermato con tanta nonchalance lascia allibiti. «Sono allibito anche io. L’aspetto positivo è che in Italia c’è libertà totale, visto che si dicono queste fandonie, solo “apparentemente consapevoli della vita di un prodotto o di un settore così delicato e al contempo così importante come quello caseario italiano e, in generale, del cibo».
Presidente, i numeri parlano chiaro: 400 varietà di formaggi, una produzione amidi 1,3 miliardi di chili, di cui 590 milioni relativi ai 33 formaggi DOP. Un export con incremento fisso annuo del 7%… «Che è un miracolo». E non solo in Unione europea, perfino in Asia, terra tipicamente non adusa al latte! «Vero…». I nostri formaggi sono eccellenze che vincono sul mercato italiano e straniero. È un primato mondiale.
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Fonte: La Verità