Protagonisti sul fronte economico lo sono già, ora è da capire se riusciranno a essere tali anche negli assortimenti dei distributori Horeca. I prodotti DOP e IGP sono i ‘motori’ dell’agroalimentare italiano di qualità, con numeri che restano clamorosi, al netto delle turbative create dall’emergenza pandemica.
Le Denominazioni di origine Protetta e le Indicazioni Geografiche Protette rappresentano un comparto che conta 200mila operatori, 286 consorzi di tutela, 16,6 miliardi di euro di valore della produzione (pari al 19% del fatturato totale dell’agroalimentare italiano) e 9,5 miliardi di euro di export (pari al 20% delle esportazioni nazionali di settore, dati 2020). Le cifre emergono dal XIX Rapporto Ismea-Qualivita, che mette in luce come anche nell’annus horribilis per l’economia internazionale, il 2020, il mondo del cibo DOP e IGP ha raggiunto i 7,3 miliardi di euro di valore alla produzione. Il segno meno dell’anno dei lockdown (-3,8%) va infatti rapportato al trend crescente dell’ultimo decennio: +29% dal 2010. Stabile il valore al consumo a 15,2 miliardi di euro (+34% rispetto al 2010). Dal canto suo, il settore vitivinicolo italiano DOP e IGP ha registrato 24,3 milioni di ettolitri di vino imbottigliati (+1,7% in un anno), con le DOP che rappresentano il 68% della produzione e le IGP il 32%.
“Il paniere dei prodotti DOP è l’elemento più rilevante degli ultimi anni nei sistemi produttivi alimentari. Prima la qualità era solo sicurezza alimentare e igiene. Ora è metodo di produzione, gusto e sapore” afferma Mauro Rosati, Direttore della Fondazione Qualivita ed esperto di indicazioni geografiche e politiche agricole. Il fenomeno della DOP economy ha un impatto rilevante sul mondo dell’Horeca e, di conseguenza, sulle scelte che sono chiamati a compiere i distributori.
[…]
Fonte: GBI Distributori di Idee