I consumi elettrici per produzione di energia frigorifera rappresentano fra il 30% e il 50% della bolletta complessiva dei caseifici. È evidente, dunque, quanto sia cruciale considerare l’efficientamento degli impianti di refrigerazione.
Spesso chi gestisce un caseificio si trova a ragionare sulle opportunità e sui costi derivanti dalla sostituzione di tali impianti, principalmente per due motivi:
- obsolescenza: l’efficienza è scarsa in confronto agli impianti nuovi e i continui interventi di manutenzione divenuti necessari generano disservizi e costi importanti;
- nuovo dimensionamento: il caseificio cresce e con lui i fabbisogni di energia frigorifera. Il vecchio impianto con vasca del ghiaccio non è più sufficiente per garantire un livello di servizio adeguato.
Una volta stabilita la necessità di intervenire, ci si trova davanti a un bivio tecnologico: sostituire il generatore e mantenere l’accumulo di ghiaccio, oppure installare un generatore con produzione del freddo in diretta, eliminando quindi la vasca del ghiaccio? Non esiste una soluzione che sia conveniente per tutti in maniera univoca: è necessario analizzare la situazione specifica per stabilire il rinnovamento ottimale. Si possono allora tracciare alcune linee guida a supporto di chi deve prendere questa decisione.
L’accumulo di ghiaccio garantisce svariati vantaggi:
- a parità di energia erogata, permette di installare un generatore più piccolo, con conseguente risparmio in termini di investimento;
- consente di spostare il funzionamento del generatore durante la notte, quando le tariffe elettriche sono agevolate e quando la temperatura esterna è più bassa, consentendo quindi al generatore di lavorare a più alta efficienza
- lo sfruttamento del calore latente di fusione del ghiaccio garantisce all’utenza una temperatura costante.
Tali vantaggi svaniscono tuttavia quando la dimensione dell’impianto non è più in grado di soddisfare i fabbisogni del caseificio:
- Al crescere dei fabbisogni, il funzionamento del generatore si rende necessario anche durante la giornata e spesso non si riesce a produrre sufficiente spessore di ghiaccio, a causa della concomitante richiesta di energia frigorifera da parte del processo. Per questo, ci si trova a far lavorare il gruppo frigorifero in contemporanea con i carichi.
- Inoltre, il vantaggio di aver installato un generatore più piccolo si trasforma in un’arma a doppio taglio quando si troverà a dover lavorare in diretta: con tutta probabilità, infatti, non sarà in grado di soddisfare i picchi di richiesta, per esempio del raffreddamento del siero. In questi casi la soluzione che prevede la produzione di energia frigorifera in diretta permetterebbe di ovviare ad alcuni di questi problemi.
- Infine, mentre per la produzione di ghiaccio è necessario che il gruppo frigorifero lavori a temperature nell’ordine di -6/-8°C, la produzione in diretta di acqua gelida permette al generatore di poter evaporare anche a -2/0°C, con consistente incremento dell’efficienza e conseguente decremento dei consumi elettrici, a parità di energia frigorifera erogata.
Esiste anche la possibilità di optare per soluzioni “miste”, in cui il revamping (ammodernamento, ndr) dell’impianto prevede la produzione del freddo in diretta, mantenendo comunque un accumulo di ghiaccio da caricare durante la notte ed utilizzare come polmone freddo durante il giorno, nei momenti di picco del fabbisogno.
In conclusione, ogni situazione deve essere attentamente analizzata per comprendere quale soluzione può essere la più adatta a soddisfare le esigenze del processo produttivo e del “portafoglio” aziendale. Grazie a EDSS, software nato dal progetto LIFE TTGG per misurare e migliorare l’impatto ambientale della filiera del Grana Padano e potenzialmente di tutte le filiere DOP, compilando un questionario si ottiene una prima valutazione del potenziale di risparmio ottenibile con un revamping del sistema di produzione del freddo. Una solida base di partenza per iniziare a ragionare sulle possibilità in gioco, per programmare in modo consapevole e concreto la strada verso la sostenibilità.
Fonte: Enersem