Grazie alla radicata tradizione di lavorazione del latte e al consolidato know-how del sisterna industriale lattiero-casearia italiano, il valore complessivo della produzione supera i 10 miliardi di euro, garantendo per quasi tutte le famiglie di prodotto anche il saldo positivo della bilancia commerciale
A valore, la quota più consistente della produzione è garantita dai formaggi duri e semiduri con oltre 6 miliardi di euro e un saldo commerciale positivo di circa 1,3 miliardi di euro.
Alle loro spalle si collocano i formaggi freschi e i latticini con poco più di 4 miliardi di euro e un saldo attivo di oltre 354 milioni di euro. L’unica categoria con un saldo negativo della bilancia commerciale (pari a 92 milioni di euro) sono i formaggi fusi, che hanno raggiunto da tempo la fase di maturità, anche se il loro consumo è ancora abbastanza diffuso, soprattutto nell’Italia settentrionale.
In complesso, la bilancia commerciale del dairy si conferma attiva per oltre 1,5 miliardi di euro, in linea con il trend degli ultimi anni.
Effetto pandemia sui formaggi a Indicazione d’Origine
Quasi la metà del latte crudo consegnato annualmente dagli allevamenti zootecnici all’industria di trasformazione è assorbito dalle Indicazioni Geografiche. Tuttavia anche il settore delle produzioni di qualità ha risentito della distorsione dei consumi indotta dalla pandemia e, in particolare, dalla chiusura del canale Horeca.
Nel 2020 a un volume di produzione di formaggi DOP/IGP pari a 567.700 tonnellate in crescita sul 2019 (+3,4%) ha corrisposto un valore alla produzione di 4,1 miliardi di euro, cioè un importo in calo del 7,8% rispetto all’anno precedente.
I formaggi si sono comunque ancora una volta confermati come i prodotti di punta dell’intero sistema DOP IGP nazionale, trainati dalle tipologie a pasta dura: Grana Padano DOP (quasi 204.000 tonnellate) e Parmigiano Reggiano DOP (circa 147.000 tonnellate), per un peso complessivo sul valore totale della produzione casearia a Denominazione d’Origine del 61,8 per cento (*Fonte: Nomisma-Agrifood Monitor su dati Ismea-Qualivita 2021)
Nel 2020, i formaggi DOP/IGP rappresentavano il 45,3% della produzione complessivamente ottenuta dalla lavorazione del latte disponibile (produzione nazionale e latte sfuso importato).
Un contributo decisivo alla crescita della produzione di materia prima deriva proprio dal forte interesse del mercato internazionale per questi prodotti, i cui volumi produttivi hanno fatto registrare significative performance. In particolare, nel 2021, relativamente alle tre principali DOP – Grana Padano DOP, Parmigiano Reggiano DOP e Gorgonzola DOP -, s’è consolidato un trend produttivo che la pandemia aveva rallentato, ma non fermato, grazie anche alla spinta propulsiva delle esportazioni, driver indiscusso dello sviluppo dei formaggi DOP italiani.
Il confronto su base decennale (2011-2021) evidenzia infatti una crescita del numero di forme sia di Parmigiano Reggiano DOP (+26,6%) che di Grana Padano DOP (+12,4%).
Significativa è risultata anche la crescita produttiva del Gorgonzola DOP (+25,4%), così come, soprattutto, dell’Asiago DOP (stagionato) la cui produzione, dopo un andamento altalenante, ha messo a segno un +20% nel 2020 rispetto al 2019.
Fonte: FOOD