La Russia blocca l’esportazione per 2 mesi di nitrato d’ammonio, prodotto chiave per i coltivatori. Una mossa che farà aumentare i prezzi europei di pasta e pane.
L’annuncio è apparso un po` a sorpresa sulla Tass, l`agenzia di stampa ufficiale di Mosca, il primo febbraio. Una frase scarna, anodina: «La Russia ha imposto un divieto di due mesi all`esportazione di nitrato di ammonio». Eppure quella che sembra una (irrituale) mossa di natura commerciale, arriva in un momento che rimanda a un`intenzione politica: all’apice delle tensioni con l`Occidente, il regiine di Vladimir Putin blocca la vendita all`estero del più strategico dei fertilizzanti nel quale domina i mercati mondiali.
I consumatori italiani rischiano di accorgersene alla prossima ondata di aumenti della pasta, dopo l`impannata del 10,8% già maturata per quest`anno. E lo stesso varrà per la farina o per il pane. È su questi beni che si profila la strategia di destabilizzazione ad opera del presidente russo. L`analisi presentata ieri al convegno di Consorzi agrari d’Italia parla di «tsunami» sui prezzi dei derivati del grano, del quale le mosse del presidente russo sono solo uno dei fattori recenti.
Dietro la scelta della Russia di vietare l`export di nitrato di ammonio si nota una scelta dei tempi, volta a generare la massima insicurezza economica. Essa arriva due giorni dopo l`incendio, per cause ancora da spiegare, del grande impianto di fertilizzanti azotati della Winston Weaver a Winston-Salem in North Carolina. Dopo la chiusura di quello stabilimento, il divieto russo risulterà ancora più efficace nel far crescere l`inflazione in Europa. Nel frattempo il resto del mondo dovrà rivolgersi ancora più di prima alla Russia per le sue riserve di grano sui raccolti di quest`anno.
Fonte: Corriere della Sera