L’export italiano di vino è ripartito, ma la fiammata dei prezzi della logistica e le difficoltà nel trovare i noli mettono a rischio la corsa del made in Italy nei suoi mercati esteri più promettenti. Tanto da far chiedere al settore l’intervento del governo: «il costo di una spedizione dall`Italia agli Usa è passata da 2.50o a 10mila dollari a container e le settimane necessarie per recapitare la merce sono passate da tre a dieci – dice la presidente di Federvini, Micaela Pallini -. Il governo deve individuare forme di compensazione. Da un lato, deve evitare che si creino posizioni dominanti nella logistica, visto che ci sono alcuni aumenti dei costi che sono inspiegabili. Dall’altro lato, deve sostenere economicamente il comparto, per esempio attraverso la defiscalizzazione degli introiti sui mercati esteri, per lo meno su quelli extra-europei». Al governo l’associazione di settore – che riunisce anche liquori, aperitivi, superalcolici e il mondo dell’aceto – chiede anche incentivi per la promozione: «Per mantenere la crescita sui mercati esteri – dice Pallini – ci serve un sostegno certo, continuo e costante. Anche in termini di i accordi bilateriali che possano eliminare le barriere non tarifferi e agli scambi».
I mercati esteri – Secondo i dati dell’Osservatorio economico che Federvini ha rilanciato proprio ieri in partnership con Nomisma e Trade Lab, nei primi nove mesi di quest’anno le esportazioni italiane di vino hanno messo a segno un vero e proprio boom in Cina, dove sono cresciute del 47%. In generale, le bottiglie made in Italy hanno fatto meglio della media mondiale anche in Germania (+9,4%), in Gran Bretagna (+6,1%) e in Russia (+27%) mentre negli Stati Uniti l’export italiano è comunque cresciuto del 14,7%. Le vendite internazionali sono trainate dalle imprese di grandi dimensioni, con più di 5o milioni di fatturato, che da sole fanno oltre il 50% di tutto l’export made in Italy.
I consumi nazionali – Anche guardando al mercato interno i numeri sono positivi rispetto all’anno scorso. Nei primi nove mesi del 2021 c`è stato un aumento delle vendite di vino nella grande distribuzione del 6,1%, per oltre 1,9 miliardi di euro. A trainare i consumi casalinghi sono state soprattutto le bollicine, i cui acquisti sono aumentati del 27,5%. E tre quarti del mercato delle bollicine è fatto dal Prosecco: «Per tutelarlo dagli attacchi del Prosek – ricorda la presidente Pallini – come Federvini abbiamo scritto sia al commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, che a quello dell’Agricoltura, Janusz Wojciechowski. Difendere le denominazioni made in Italy è essenziale».
Fonte: Il Sole 24 Ore