Modifiche al disciplinare per il Freisa d’Asti DOP che nel 2020 ha raggiunto le 502 mila bottiglie prodotte. Pubblicato il nuovo disciplinare di produzione con modifiche ordinarie.
A 50 anni dalla nascita della denominazione, il Freisa d’Asti DOP si rifà il look. Sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il nuovo disciplinare di produzione che ha avuto una lunga gestazione, ulteriormente rallentata dalla pandemia. I cambiamenti sono immediati: le cantine potranno applicare le nuove regole già alla vendemmia appena finita.
«Le novità possono essere sintetizzate in due punti: semplificazione e comunicazione – spiega Filippo Mobrici, presidente del Consorzio Barbera d`Asti e Vini del Monferrato – la rimodulazione era necessaria per andare incontro al favore del merca- to e, car conseguenza, per avere maggiori possibilità di raccontare un vino che rappresenta allo stesso tempo il Piemonte e il
Monferrato».
Complessivamente gli ettari di Freisa d`Asti registrati all`anagrafe vitivinicola sono 322, di questi circa 200 ettari sono nell`Astigiano, concentrati per lo più nella parte Nord-Ovest della provincia, verso il Torinese.
Nel 2020 la produzione ha raggiunto le 502 mila bottiglie. Il punto di forza della DOP è la sua versatilità, tante tipologie per altrettante occasioni di consumo: vino fermo, superiore, frizzante e spumante.
Con le modifiche introdotte dal nuovo Disciplinare, al 90% di Freisa si potrà aggiungere un 10% di vitigni a bacca nera non aromatici idonei alla coltivazione in Piemonte. Più rigide le regole per la versione Superiore.
Fonte: La Stampa