Attraverso cosa passa la valorizzazione di un prodotto? E, soprattutto, come è possibile assicurare che una data produzione agricola venga perseguita in maniera innovativa e dinamica, pur rimanendo fedele ai concetti di tradizione, sicurezza, tracciabilità e sostenibilità? Lo racconta il lavoro di Qualivita
Oggi, con Agristorie, vi portiamo a conoscere il lavoro della Fondazione Qualivita. Si tratta di un progetto che deve i propri natali alla città di Siena, nel 2000, con la precisa esigenza da parte delle istituzioni locali, la Regione Toscana e il Ministero delle Politiche Agricole, di riassumere tutte le esperienze italiane ed europee sulle produzioni DOP IGP STG.
Dopo una serie di traguardi, dal primo rapporto socio-economico sulle DOP e IGP nel 2003, il forum europeo sulla qualità alimentare nell’anno successivo, fino alla prima banca dati online georeferenziata delle DOP e IGP europee, l’Atlante annuale Qualivita e le collaborazioni con Ismea; nel 2014 l’assetto della Fondazione si rinnova, accogliendo al proprio interno quattro nuovi soci: Csqa Certificazione, Valoritalia, Origin Italia (ex Aicig) e Federdoc.
Il tutto ruota attorno alla realizzazione di sistemi di conoscenza per la valorizzazione delle produzioni DOP e IGP. Valorizzazione che passa attraverso vari canali, dai progetti in parternship con i soggetti della ristorazione e della distribuzione, per promuovere l’uso di tali prodotti nei menu e accrescere, al contempo, la conoscenza dei consumatori, sino alla comunicazione integrata veicolata a partire dai siti web ai canali social, e ancora newsletter, comunicati stampa, editoriali, per sbarcare, infine, alla televisione.
Altra chiave di volta, è senz’altro, la formazione. La Fondazione Qualivita, infatti, fornisce un supporto costante a università, scuole di specializzazione, consorzi di tutela, enti e organizzazioni internazionali attraverso corsi e interventi ad hoc.
Fonte: Fondazione Qualivita